La persistente guerra dei prezzi degli operatori ha pesato sui conti. E loro negli ultimi due-tre anni hanno cercato di compensare il calo delle tariffe ufficiali con escamotage vari, per esempio aggiungendo servizi a posteriori nei contratti e appunto l’idea di dare addebiti ogni 28 giorni invece che ogni mese. Tattiche di breve durata che adesso le autorità stanno colpendo, anche molto duramente. Ma le sanzioni potrebbero avere l’effetto paradossale di peggiorare la situazione. Non serve dissuadere gli operatori con la minaccia di super multe se non si risolve il problema alla base, cioè se la debole sostenibilità del business, minacciata da una competizione senza limiti. Siamo, con la Francia, il Paese europeo dove la concorrenza sulla telefonia mobile è stata più feroce, con i prezzi più bassi. Da questo punto di vista, il paradosso per gli operatori è essere sanzionati per aver fatto cartello su una strategia tesa a salvare i rincari laddove loro stessi, con l’opposto di una tattica di cartello ossia una guerra dei prezzi, hanno contribuito ad affossarli.
Il rischio è che si entri in un circolo vizioso di crescente difficoltà degli operatori che causa da una parte un’ulteriore ricerca di escamotage per aumentare i ricavi e, dall’altra, a lungo andare, un calo degli investimenti. Alla fine, sarebbe un danno per tutti, consumatori e aziende: per l’innovazione (minacciata sarebbe la qualità dei servizi, la copertura del 5G), la trasparenza delle tariffe, l’occupazione.