Terreno di scontro
Renzi, a ragione o a torto, sente di essere all’inizio di una battaglia. L’agenda delle prossime settimane sembra una specie di bollettino di guerra preventivo. Mercoled andr a Porta a Porta, a rilanciare anche la minaccia di sfiducia individuale nei confronti del ministro Bonafede. Sabato prossimo, ma ancora da confermare, potrebbe sottrarre a Maria Elena Boschi il posto nel panel di un convegno nazionale dei Penalisti in programma a Brescia, che ha per oggetto la riforma della prescrizione. Hanno invitato te, Maria Elena? Bene, forse ci vado io. Poi, il 2 marzo, cambier terreno di scontro. E dar il via a una grande campagna nazionale contro il reddito di cittadinanza con la quale sicuro di mettere, se non in difficolt quantomeno in imbarazzo il Pd. La guerra si combatte in due. E Renzi sa che l’altro fronte proprio fermo non sta. Dario Franceschini avrebbe garantito a Conte che, in caso di elezioni anticipate, l’assetto del centrosinistra correrebbe separatamente con tre punte, pronte a darsi appuntamento in Parlamento subito dopo: il Pd, il M5S e una lista Conte. Nicola Zingaretti, invece, ha minacciato l’estromissione di Italia viva dal bouquet del centrosinistra che spera di ripetere il miracolo Emilia-Romagna alle prossime elezioni regionali.