Possibili aumenti dei premi fino al 30%
Potrebbero così verificarsi due situazioni: i mancati incassi potrebbero essere ribaltati sulle categorie meno avvantaggiate dalla riforma, ovvero i single o i possessori di un solo veicolo. In questo caso gli aumenti dei premi, per queste categorie, potrebbero attestarsi tra il 25 e il 30 per cento. Più probabile, invece, che si decida per una più ecumenica condivisione degli ammanchi: in questo caso l’aumento sarebbe spalmato su tutte le categorie degli assicurati, con incrementi molto limitati (qualche stima molto artigianale ipotizza del 2-3%) per tutti. Questo implicherebbe, però, che i componenti della famiglia numerosa con tanti veicoli beneficerebbero della classe più favorevole, ma il premio verrebbe comunque aumentato. E su questo le compagnie assicurative avrebbero carta bianca: non si possono bloccare incrementi suffragati da motivazioni tecniche, tantopiù se le norme hanno contribuito a smontare un meccanismo virtuoso che correla costi (in calo, perchè negli ultimi anno sono state ridotte le frodi) , rischi effettivi e premi.
Negli ultimi 7 anni i premi erano calati del 25%
Non è un caso che negli ultimi anni (dal 2012 al 2019) i premi RcAuto si siano costantemente ridotti, con una contrazione media del 25%, come certificato nei mesi scorsi dall’autorità di vigilanza Ivass. Gli effetti reali della riforma, in ogni caso, potranno essere verificati solo una volta che questa sarà entrata in vigore. Molto dipenderà dalle scelte commerciali delle diverse compagni di assicurazione. Per questo motivo, forse, avrebbe senso introdurre una sorta di fase di rodaggio (un anno?), misurare l’impatto reale e poi decidere se rivedere ancora le regole del gioco.