MILANO – Dopo cinque anni in recupero, nel 2019 la produzione industriale è tornata a scendere: l’Istat ha chiuso le rilevazioni mensili sull’andamento delle nostre fabbriche e con il dato dell’ultimo mese dell’anno ha potuto stimare un calo dell’1,3% in media d’anno rispetto al 2018, quando si era registrata una crescita dello 0,6%. Si tratta della prima diminuzione dal 2014 e di quella più ampia dal 2013, quindi da sei anni.
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Venti di recessione, il Pil va giù: nell’ultimo trimestre -0,3%
di ROBERTO PETRINI
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E’ stato un anno in calando: “Considerando l’evoluzione congiunturale dello scorso anno, si è registrato un aumento solo nel primo trimestre (al netto dei fattori stagionali), mentre nei successivi si sono avute continue flessioni, con un calo più marcato negli ultimi tre mesi dell’anno. Anche la dinamica tendenziale dell’indice corretto per gli effetti di calendario è stata negativa per quasi tutti i mesi del 2019”.
I soli settori di attività economica capaci di registrare incrementi tendenziali sono la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica (+5,3%), l’industria alimentare, bevande e tabacco (+2,9%) e le altre industrie (+1,1%). Tra i rimanenti settori le maggiori flessioni si registrano nelle industrie (-10,4%), nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-9,3%) e nella fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (-7,7%).
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Il tonfo della produzione e lo spettro di una Germania “deindustrializzata”
di TONIA MASTROBUONI
E così l’ultimo trimestre si è tinto ampiamente di rosso: nel periodo ottobre-dicembre il livello della produzione ha segnato una flessione dell’1,4% rispetto ai tre mesi precedenti. In questo caso, bisogna risalire al 2012 per trovare una simile batosta trimestrale. Se si considera che anche il secondo e il terzo trimestre erano in rosso, si può ormai dire che per l’industria italiana è una “recessione”.