Continua a crescere il numero di contagi da coronavirus: 1.921 nuovi casi solo ieri, per un totale di oltre 14mila in tutto il Paese. Sale anche il numero di decessi, arrivati a 304: tra i 45 morti dell’ultima giornata si registra anche il primo paziente deceduto fuori dalla Cina, nelle Filippine. La vittima, un cinese di 44 anni era ricoverato dal 25 gennaio: insieme alla sua compagna erano stati i primi contagi registrati nelle isole del sudest asiatico. “Nel corso del ricovero – ha detto il segretario alla Salute – il paziente ha sviluppato una grave polmonite che lo ha portato alla morte”. L’ambasciatore cinese ha chiesto ufficialmente aiuto a Bruxelles: mancano risorse e forniture mediche per contrastare l’emergenza in un Paese ormai in difficoltà. E l’Europa ha risposto: “Dodici tonnellate di dispositivi di protezione sono già in viaggio verso la Cina”, ha annunciato su Twitter il commissario europeo per la gestione delle crisi Janez Lenarcic.
All’Istituto Spallanzani di Roma, specializzato in malattie infettive, sono ancora ricoverati i due turisti cinesi risultati positivi al coronavirus: sono gli unici due casi registrati fino ad oggi in Italia. Entrambi hanno sviluppato una polmonite e rimangono “sotto monitoraggio costante”. Durante una conferenza stampa dell’istituto il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato che il virus è stato isolato: “Aver isolato il virus significa molte opportunità di poterlo studiare, capire e verificare meglio cosa si può fare per bloccare la diffusione”. Poi ha aggiunto che sarà messo a disposizione di tutta la comunità internazionale: “Ora sarà più facile trattarlo”.
Questa mattina si è riunita questa mattina la task-force del ministero della Salute, alla presenza del ministro della Salute, Roberto Speranza, e del commissario straordinario, il capo del dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli. È stato fatto il punto della situazione sui controlli, su porti e aeroporti e sul rimpatrio degli italiani da Wuhan: un aereo dell’Aeronautica militare, su cui è imbarcato anche il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, è in partenza per Wuhan: “Siamo pronti a partire, il team medico è pronto – ha annunciato Sileri in una nota – All’arrivo il personale sanitario effettuerà un primo screening e nel caso di soggetti che presentino sintomi del Coronavirus saranno sottoposti ad accertamenti più approfonditi a Wuhan e non potranno essere imbarcati su questo volo. Rientreremo in Italia lunedì 3 febbraio, poco dopo le 8”. Intanto, gli italiani che devono rientrare sono stati trasportati in autobus all’aeroporto internazionale di Wuhan. Il largo anticipo è dovuto alle procedure burocratiche, incluso un primo check di verifica sullo stato di salute.
Intanto anche gli altri Paesi europei procedono con i rimpatri: la Francia, dopo aver trasferito i propri cittadini, ha già inviato un secondo aereo, che ospita a bordo persone di 30 nazionalità diverse. Ieri è atterrato a Francoforte l’aero inviato dalla Germania a Wuhan: due dei passeggeri sono risultati positivi al coronavirus.
La Cina, sempre più isolata dagli altri Paesi, sta cercando con ogni mezzo di limitare i contagi. Wuhan, epicentro dell’epidemia, ha annunciato il completamento dei lavori del primo dei due ospedali progettati e costruiti per fronteggiare l’emergenza, “Huoshenshan”: sarà gestito da militari e da domani comincerà ad accogliere i pazienti. Mentre negli ospedali si lavora freneticamente, fuori, nelle strade di Wuhan, si respira un’aria da città fantasma: strade deserte, locali chiusi, negozi vuoti. Anche altre città stanno aumentando le misure di sicurezza: le misure più imponenti le ha prese Wenzhou, città con oltre 9 milioni di abitanti, che ha chiuso le strade – inclusi i 46 caselli autostradali – e limitato gli spostamenti: è la mossa più drastica adottata al di fuori della provincia di Hubei, la regione più colpita dal virus. A Wenzhou, dove si sono registrati 265 contagi, una persona per famiglia sarà autorizzata ogni due giorni a uscire e a comprare beni di prima necessità. Il sindaco di Huanggang, nella provincia di Hubei, ha fatto appello alla comunità internazionale: c’è un “disperato bisogno” di mascherine e tute protettive perché corre il serio rischio di infezioni crociate. France24 riferisce che un malato contagiato dal coronavirus si è suicidato a Wuhan, impiccandosi a un cavalcavia. Secondo l’emittente, l’uomo non sarebbe stato accolto in un ospedale perciò ha deciso di compiere un gesto estremo per non tornare a casa e contagiare la famiglia.
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