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Effetto elezioni Emilia Romagna, spread in netto calo. Ma il virus cinese manda ko le Borse

Gen 27, 2020

MILANO – Ore 11.00.Il mancato ribaltone in Emilia Romagna, con il successo del candidato di centrosinistra Stefano Bonaccini, assicura nuova stabilità al governo. È questo il segnale che sembra arrivare dal mercato questa mattina, nonostante un clima generale ancora segnato dai forti timori legati alla diffusione del coronavirus cinese.

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L’effetto post-voto sul rendimento dei nostri titoli di Stato è evidente con i tassi sui nostri Btp in fortissimo calo. A metà mattina, il decennale italiano arriva a rendere l’1,03%, dall’1,22% della chiusura di venerdì. Una flessione che si riflette anche sullo spread, con il differenziale rispetto al bund tedesco in calo di oltre 15 punti fin sotto quota 140, vicino ai livelli di metà novembre 2019. Una discesa che potrebbe proseguire ancora. “Le elezioni regionali in Emilia Romagna – afferma Unicredit in una nota- sono state considerate dai mercati come uno degli ostacoli che l’attuale governo ha dovuto affrontare nel 2020; pertanto, gli investitori potrebbero decidere di aumentare ulteriormente la propria esposizione sui titoli di Stato italiani”.

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Guardando allo scenario globale, come detto, restano però molte preoccupazioni. Con la maggior parte delle piazze finanziarie asiatiche chiuse per festività, i segnali negativi sono stati registrati prevalentemente a Tokyo, che ha chiuso gli scambi in calo del 2,03%. Forti cali anche sui future sugli indici cinesi, che indicano ribassi di quasi cinque punti. “Qualsiasi shock economico che investa l’industria e i consumi cinesi si diffonderebbe rapidamente agli altri Paesi, visti i maggiori scambi commerciali e legami finanziari legati alla globalizzazione”, mette in evidenza in una nota Stephen Innes, chief Asia market strategist di Axitrader, citato questa mattina da Bloomberg.

Indicazioni analoghe arrivano anche dall’Europa con gli indici che trattano tutti in netto calo. Milano, complice l’esito del voto, è la migliore e riesce a contenere le perdite all’1,1 per cento. Fanno peggio le altre piazze finanziarie: Londra cede il 2,1%, Francoforte l’1,8% e Parigi l’1,95%. Non aiutano le indicazioni che arrivano dall’aggiornamento dell’Ifo tedesco, l’indice di fiducia delle imprese, sceso a 95,9 punti nonostante gli analisti si attendessero un rialzo a 97 punti.

Anche il mercato delle commodities riflette le paure degli investitori, con gli acquisti che si orientano verso beni rifugio come l’oro. Il lingotto in mattinata sale a 1579 dollari l’oncia. Opposto orientamento per il petrolio con le quotazioni in deciso calo. I futures sul Wti di New York hanno ceduto nelle contrattazioni asiatiche fino a oltre -2%, a 52,94 dollari al barile. Ribassi di oltre -2% anche per il Brent, che scende a 59,39 dollari.

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