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Tap Michele Emiliano: Regione Puglia chiederà risarcimento miliardario

Gen 8, 2020

“Chiederemo a Tap un risarcimento miliardario per il danno d’immagine causato alla Puglia con la costruzione del gasdotto a Melendugno, la cui procedura di localizzazione oggi viene dichiarata illegittima dalla Procura di Lecce”: va all’attacco frontale il governatore Michele Emiliano, dopo la citazione a giudizio di Tap e 18 manager della multinazionale, di Saipem e di ditte salentine che stanno realizzando l’infrastruttura energetica in Salento.

Annuncia una richiesta di risarcimento miliardaria, in caso di condanna, considerato che la Regione e stata individuata come parte civile nel processo che iniziera l’8 maggio. Tap, dal canto suo, si e già detta tranquilla del proprio operato e fiduciosa di poter completare i lavori entro il mese di ottobre e avviare le forniture del gas entro la fine dell’anno, come previsto dal contratto con i fornitori di gas azeri. Per Emiliano, invece, la società ha poco da stare serena, anche perché è ancora aperta l’inchiesta sulla mancata applicazione della direttiva Seveso nell’iter autorizzativo, un altro cavallo di battaglia della Regione negli anni scorsi.

“Ci auguriamo che la Procura faccia a citazione a giudizio anche per quella parte di inchiesta” ha proseguito Emiliano. Che – a quattro giorni dalle Primarie del centrosinistra per scegliere il candidato governatore – rivendica le posizioni tenute dal suo governo su Tap e Ilva. Da un lato la battaglia per spostare l’approdo da Melendugno, dall’altro quello per la decarbonizzazione: “Sono le due questioni su cui abbiamo rotto con il Governo Renzi e rispetto alle quali ringrazio il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il segretario del mio partito, Nicola Zingaretti, che ha riportato il Pd nella sua tradizione di tutela ambientale e della salute”.

Sull’acciaieria di Taranto, la posizione di Emiliano, resta chiarissima: “Bisogna andare avanti con la decarbonizzazione, la decisione del Riesame non risolve il problema delle fonti inquinanti. Afo 2 è un impianto molto vecchio, che tra 2-3 anni andra comunque fori produzione”.

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