ServizioServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùCRISI IN MEDIO ORIENTE
Dozzina di ordigni balistici di Teheran contro le basi di al-Asad e Erbil. Fonti iraniane: almeno 80 morti. Trump: «Per ora tutto bene». Khamenei: non ci fermiamo
di Marco Valsania
8 gennaio 2020
3′ di lettura
Teheran ha fatto scattare la rappresaglia militare contro gli Stati Uniti, bombardando due basi irachene che ospitano truppe americane. Ma ha anche segnalato che la risposta, se non ci saranno ulteriori interventi di Washington, potrebbe esser stata «completata».
Questa cauta posizione del governo di Teheran è stata smentita dalle parole del leader spirtuale supremo, Ali Khamenei, che parlando alla nazione dopo l’attacco ha detto che «l’Iran ha dato uno schiaffo agli Stati Uniti ma non è ancora abbastanza».
Le forze iraniane hanno lanciato almeno una dozzina di missili balistici contro due grandi basi in Iraq che ospitano centinaia di soldati statunitensi. Gli ordigni, in due ondate, hanno colpito nel corso della notte la base di al-Asad, nell’Ovest del Paese, e di Erbil, nel Nord. Fonti iraniane hanno alzato il numero dei missili fino a trenta.
I primi bilanci forniti da fonti iraniane parlano di almeno 80 «terroristi americani» uccisi. Ma la notizia non trova conferma né dagli Usa né da fonti indipendenti. Secondo funzionari statunitensi citati dalla Cnn non ci sarebbero invece vittime statunitensi.
Fonti irachene, che hanno stimato i missili lanciati da Teheran in 22, smentiscono ci siano vittime anche tra gli iracheni. Installazioni militari e sedi diplomatiche americane in Medio Oriente erano state messe in condizioni di massima allerta, con rafforzate misure di protezione, nelle ore precedenti proprio in previsioni di possibili, imminenti attacchi di Teheran.