MILANO – Ore 17. La tensione crescente sull’asse Usa-Iran, dopo l’attacco militare con cui Washington ha ucciso a Bagdad il generale iraniano Qassem Soleimani, alimentano le preoccupazioni sul mercato e come sempre spingono gli investitori verso i beni rifugio. Oggetto principale degli acquisiti di questi giorni è l’oro, che continua la sua corsa e oggi raggiunge i 1586 dollari l’oncia, rivedendo i massimi da gennaio 2013.

Le Borse europee procedono in calo nel pomeriggio. Milano cede lo 0,45%, Londra lo 0,53%, Francoforte arretra dello 0,65% e Parigi dello 0,48%. Debole anche Wall Street: il Dow Jones arretra dello 0,33% mentre il Nasdaq è piatto. Seduta prevalentemente a segno meno anche per i listini asiatici. L’indice Nikkei a Tokyo ha perso l’1,91%, Hong Kong è scesa dello 0,79% a 28.226,19 punti, mentre Shanghai è rimasta stabile con Shenzhen che invece è cresciuta leggermente (+0,44%).
Continuano a salire le quotazioni del petrolio, che beneficiano proprio delle incertezze in Medio Oriente in relazione a un possibile futuro calo dell’offerta con un conseguente rialzo dei prezzi. A New York le quotazioni del Wti con scadenza febbraio salgono dell’1,33% a 63,89 dollari al barile, quelle dei contratti Brenta marzo crescono di 73 centesimi a 69,33 dollari.