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Scontro Usa-Iran, si riaccende la polemica sulle basi Nato in Italia

Gen 5, 2020

Cosa prevede il Trattato istitutivo dell’Alleanza Atlantica

Secondo il Trattato istitutivo della Nato (articolo 9), spetta al Consiglio dell’Atlantico del Nord il compito di esaminare le questioni che riguardano il funzionamento del Trattato, ma per la dislocazione dei comandi alleati e delle infrastrutture serve un accordo con lo stato membro ospitante. L’articolo 3 impegna le parti a sviluppare le loro capacità di difesa, individualmente e congiuntamente, e a prestarsi reciproca assistenza per sviluppare le loro capacità di legittima difesa individuale e collettiva.

L’accordo del 1954 e quello del 1995

Il trattato che disciplina lo status delle basi americane in Italia è quello sottoscritto il 20 ottobre del 1954 da Usa e Italia (Accordo bilaterale sulle infrastrutture (Bia) o anche detto “accordo ombrello”. L’accordo individua il tetto massimo delle forze Usa che possono stazionare in Italia. C’è poi un’altra intesa, lo “Shell Agreement”, del febbraio 1995 che regola la presenza dei contingenti militari in Italia e l’uso delle basi: è il Memorandum tra il ministero della Difesa italiano e il dipartimento della Difesa Usa. Questo secondo accordo riguarda le installazioni o le infrastrutture concesse in uso alle forze statunitensi in Italia.

La crisi di Sigonella nell’ottobre 1885

L’utilizzo delle basi è dunque regolato da accordi bilaterali con gli Usa che possono utilizzarle anche in caso di conflitto previa autorizzazione del governo italiano. Ma sull’uso dello spazio aereo italiano il dibattito è aperto. Quando si parla di Sigonella, torna alla memoria lo scontro diplomatico tra Italia e Usa dell’ottobre 1985, dopo il dirottamento dell’aereo egiziano che trasportava in Tunisia i dirottatori dell’Achille Lauro. L’Italia in quell’occasione ha negato l’assenso e impedito il trasferimento dei terroristi su un aereo della Delta Force per il successivo avvio negli Stati Uniti.

Il pressing sul governo affinché neghi l’uso di Sigonella

Ora, dopo l’operazione a Baghdad, il dibattito sulle basi si riaccende. Luca Cangemi della segreteria nazionale del Partito comunista italiano (Pci) ha denunciato il «silenzio» attorno al presunto coinvolgimento della Naval Air Station siciliana nell’omicidio di Soleimani. Il governo italiano «neghi l’uso di Sigonella e altre basi in Italia», ha scritto in un tweet Stefano Fassina (LeU). Una richiesta al premier Giuseppe Conte e al ministro della Difesa Lorenzo Guerini di chiarire «immediatamente il ruolo» della base di Sigonella è giunta dal coordinatore dei Verdi Angelo Bonelli.

A Vicenza la sede dell’United States Army Africa

Camp Ederle, a Vicenza, è la sede della 173/ma Brigata Aerotrasportata e dell’United States Army Africa (Usaraf). Quanto invece a Sigonella, è la principale base per le operazioni americane nel Mediterraneo: sono ospitati, tra l’altro, i droni MQ-9 “Reaper” come quello usato per uccidere Soleimani, ma anche aerei senza pilota tipo Hale (High Altitude Long Endurance) e Male (Medium Altitude Long Endurance), Global Hawk per la sorveglianza strategica ad alta quota, aerorifornitori e velivoli da trasporto. Ancora sul territorio italiano è la base di Aviano (Friuli Venezia Giulia), dove sono di stanza caccia F-16 e sono stoccate le bombe nucleari B-61; la Naval Support Activity di Napoli, sede della Sesta Flotta dell’Us Navy; la base di Camp Darby (Pisa), una delle più importanti basi logistiche delle Forze armate americane fuori dagli Usa e ospita milioni di munizioni e bombe/ordigni di vario tipo.

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