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Francesco si scusa per aver perso la pazienza con una donna che lo strattonava: «Ho dato un cattivo esempio» – Il Secolo XIX

Gen 1, 2020

CITTA’ DEL VATICANO. «Tante volte perdiamo la pazienza. Anche io… E chiedo scusa per il cattivo esempio di ieri». Dalla finestra del Palazzo Apostolico per il primo Angelus del 2020, Francesco è tornato sulla vicenda dello “schiaffetto” sulla mano di una donna che lo strattonava, il cui video è divenuto virale in queste ore sul web.

Ieri sera dopo il Te Deum, salutando come tradizione i fedeli riuniti intorno all’albero e al presepe in piazza San Pietro, il Papa è stato afferrato dalla mano con particolare veemenza da una donna asiatica dietro le transenne. Nel filmato circolato in rete si vede il Pontefice fare una smorfia di dolore, probabilmente per la forte presa della signora, che continuava intanto a parlargli, stringerlo e tirarlo. Innervosito dal gesto, Francesco ha dato qualche colpetto alla mano della fedele per liberarsi.

Una reazione istintiva, suscitata anche dal dolore che la stretta gli aveva probabilmente provocato. Senza dimenticare che ad un uomo di 83 anni, che cammina peraltro a fatica a causa della sciatalgia e da problemi all’anca, un gesto del genere avrebbe potuto provocare anche una brutta caduta.

In ogni caso, i dieci secondi di filmato – girato con lo smartphone dai presenti – sono divenuti nel giro mezz’ora uno dei trend sui social network, scatenando commenti e battute ironiche degli utenti. Il video è stato collocato in home page da importanti siti come Cnn, Guardian o Bbc che ha addirittura proposto un’analisi con una sorta di moviola. Non sono mancati poi i profili ultra tradizionalisti, da sempre critici verso questo pontificato, che hanno approfittato della vicenda per puntare il dito contro il Papa, esprimere lo sconcerto e coprire di insulti gratuiti il Pontefice, sottolineandone in particolare l’espressione corrucciata indicata come il «vero volto» del Papa argentino.

Sin dall’inizio del pontificato Jorge Mario Bergoglio si è mostrato disponibile a salutare i fedeli e immergersi nei cosiddetti bagni di folla, facendo anche indietreggiare i gendarmi per non avere «filtri» tra lui e la gente. Tuttavia Francesco non ha mai nascosto l’intolleranza alle manifestazioni eccessive e anche un po’ prepotenti di “affetto”. Anche in Messico, durante il suo viaggio del 2016, aveva perso la pazienza con un ragazzo che nello stadio di Morelia lo aveva afferrato dalle braccia, facendolo quasi cadere addosso ad un bambino in sedia a rotelle in prima fila. Aiutato dai gendarmi e dal personale del presidente della Repubblica a recuperare l’equilibrio, il Papa aveva rimproverato il giovane dicendogli in spagnolo: «Non essere egoista!».

Oggi il Pontefice ha voluto invece porgere le scuse dicendo di aver dato un «cattivo esempio». Lo ha fatto a braccio, nel bel mezzo della catechesi dell’Angelus, durante la quale ha invocato la pace per il nuovo anno appena iniziato e ha ricordato che «Gesù è la benedizione per quanti sono oppressi dal giogo delle schiavitù, morali e materiali»: chi ha perso la stima di sé «rimanendo prigioniero di giri viziosi» come pure chi è vittima di ingiustizie e sfruttamento e chi è gravemente malato, carcerato o «tentato di chiudersi in sé stesso». Per tutti «Gesù riapre un orizzonte di speranza, a partire da un piccolo spiraglio di luce», ha detto il Pontefice.

Al termine dell’Angelus, ha ringraziato invece il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, «per il pensiero che mi ha indirizzato nel suo Messaggio di fine anno» trasmesso ieri sera, ricambiando con l’invocazione della «benedizione di Dio sulla sua alta missione». Un saluto caloroso è andato anche ai partecipanti alla manifestazione “Pace in tutte le terre”, organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio a Roma e nel mondo, e ai tanti volontari «che, nei luoghi dove la pace e la giustizia sono minacciate, scelgono con coraggio di essere presenti in forma non violenta e disarmata; come pure ai militari che operano nelle missioni di pace in molte zone di conflitto». Infine gli auguri per il nuovo anno sono stati estesi a tutti, «credenti e non credenti, a non smettere mai di sperare in un mondo di pace, da costruire insieme giorno per giorno».

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