• 12 Febbraio 2025 5:31

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Goshn: “Non sono fuggito dal Giappone, ma da una ingiustizia”

Dic 31, 2019

PARIGI – “Sono in Libano. E non sfuggo alla giustizia, ma all’ingiustizia e alla persecuzione politica. Ora non sono più ostaggio di un sistema giudiziario come quello giapponese dove vige la presunzione di colpevolezza”. Carlos Ghosn ha affidato stamattina a uno stringato ma battagliero comunicato stampa la prima spiegazione della sua rocambolesca fuga da Tokyo.

L’ex numero uno di Reanult-Nissan è nato 65 anni fa in Brasile da una famiglia con le radici sparse tra il paese sudamericano, la Francia e il Libano. A due anni – dopo aver bevuto acqua non potabile – il piccolo Carlos rischia di morire e i genitori, preoccupati per la sua salute, si trasferiscono a Beirut. Il suo curriculum scolastico è quello di tutta la classe dirigente di Parigi. Scuola dai gesuiti in Medio Oriente (“ero un allievo ribelle” dice lui, cosa di cui nessuno dubita), liceo a Parigi e poi laurea al Ecole polytechnique. A 24 anni entra in Michelin, ovviamente dall’alto, dove si guadagna sul campo con una dura ristrutturazione, il titolo di “taglia-costi” che gli rimarrà appiccicato tutta la vita.

Nel 1986 a 32 anni entra in Renault e 13 anni dopo la società gli affida il timone della neo-alleata Nissan, che naviga in pessime acque. “Mi sono imposto subito di rispettare le tradizioni locali, ho impiegato a inchinarmi con previsione tra i 30 e i 60 gradi per presentarmi all’assemblea dei soci – ricorda lui di quel periodo -. Ma sono arrivato a Tokyo con un solo obiettivo: rimettere in sesto i conti del gruppo”. Detto fatto: con energia e decisionismo Ghosn ha tagliato cinque impianti e 20mila posti. E Nissan è rifiorita, diventando il punto di forza dell’asse a tre con Renault e Mitsubishi. Un colpo da maestro che ha portato il manager alla guida dell’intero gruppo.


A tradirlo, sostengono i giudici giapponesi e anche un audit interno di Renault, è stata con ogni probabilità la sua avidità. Tra il 2010 e il 2015 (e pare anche oltre) dicono le carte che hanno portato al suo arresto a fine novembre 2018, a Tokyo, avrebbe messo assieme un tesoretto in nero da qualche decina di milioni alle spalle di Renault e Nissan per garantirsi uno stile di vita adeguato al suo standing. L’elenco di spese pazze che gli vengono imputate è chilometrico: i 50mila euro di “benefici personali” – come scrive il rapporto della casa automobilistica francese – spesi per celebrare il suo matrimonio e i 50 anni della nuova moglie al Castello di Versailles, con un dress code rigorosamente ispirato all’epoca di Maria Antonietta. Evento pagato a piè di lista da una filiale dell’azienda. Oppure gli appartamenti di lusso che avrebbe preso con fondi della società a Rio, Beirut e Amsterdam, gli inviti ad amici e parenti al Carnevale di Rio, diverse consulenze sospette arrivate a persone a lui vicine. Le indagini di Renault hanno individuato transazioni poco chiare sia nella filiale olandese che in quella dell’Oman che potrebbero aver dirottato verso i conti di Ghosn almeno 16 milioni di dollari.

Lui, dopo 130 giorni di carcere a altri 200 ai domiciliari in Giappone, nega ovviamente tutto. “Sono vittima di un complotto ordito dalla Nissan per frenare la fusione con Renault”, ha detto in un’intervista in carcere all’agenzia Afp, Due mesi dopo l’arresto si è dimesso dai vertici della società francese che ha rivisto nel frattempo la governance dell’alleanza con Tokyo per placare la rabbia dei partner nipponici. Ora la fuga a Beirut da dove, dopo la festa di Capodanno, Ghosn potrà pianificare la sua strategia di difesa in un ambiente – come dice lui – meno ostile di quello del paese del Sol levante.

La reazione giapponese non si è fatta attendere: il pubblico ministro ha chiesto di revocare la libertà vigilata e la confisca della cauzione per 1,5 miliardi di yen, pari a 12,3 milioni di euro.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close