Gentile direttore, in relazione al commento del Senatore Luigi Manconi intitolato “Rifugiati cacciati senza colpa”, pubblicato sul Suo giornale lo scorso 24 dicembre, si ritiene necessario precisare quanto segue: nessuno dei circa 1.400 titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari, attualmente presenti nella rete di protezione per i titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati, verrà privato dell’assistenza.
In vista del 31 dicembre, il ministero dell’Interno ha, infatti, disposto, come ben noto anche al Senatore Manconi, che — attraverso un apposito finanziamento a valere sui fondi Fami — i comuni facenti parte della rete Siproimi siano sostenuti per la prosecuzione dell’attività di assistenza dei titolari di protezione umanitaria dopo il 31 dicembre e sino al 30 giugno 2020, anche attraverso la permanenza nelle strutture in cui sono già ospitati. L’azione ha la finalità di prevenire il rischio di un’emergenza sociale sul territorio a causa della cessazione delle attività di assistenza non solo per gli stranieri titolari di protezione umanitaria ma anche per quelli portatori di singole vulnerabilità. Si precisa che si tratta, nel caso di migranti che hanno già ottenuto il riconoscimento della protezione umanitaria e l’accesso all’accoglienza sulla base delle regole preesistenti al decreto-legge n. 113/2018 e per il tempo consentito dalle norme sul funzionamento della rete di accoglienza.
Per quanto concerne la questione relativa all’efficacia retroattiva del decreto legge 113/2018 sollevata dal Senatore Manconi, va chiarito che le recenti sentenze della Corte di Cassazione, nelle quali si stabilisce che la normativa introdotta con il citato decreto-legge «non trova applicazione in relazione alle domande di riconoscimento della protezione umanitaria proposte prima dell’entrata in vigore (5 ottobre 2018) della nuova legge», hanno come oggetto esclusivamente la questione dei presupposti per il rilascio della protezione umanitaria stessa. Infine, si precisa che il Servizio centrale dell’Anci, con nota dello scorso 19 dicembre, si è limitato a richiamare le disposizioni transitorie introdotte dall’articolo 12, comma 6, del decreto-legge n. 113/2018.Sul tema più generale delle modifiche da apportare alla normativa in tema di immigrazione, si provvederà all’esito degli approfondimenti tecnici e delle valutazioni di carattere politico attualmente in corso.
L’ufficio comunicazione del ministero dell’Interno