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Monopoli, evadono tasse per milioni e mandano in bancarotta una società: arrestati

Dic 27, 2019

Avrebbero causato il crac della società Prestigia srl di Monopoli, assumendo centinaia di dipendenti senza pagare imposte e contributi previdenziali per oltre 3 milioni di euro, svuotando le casse societarie con bonifici e prelevamenti non giustificati di contanti per circa 4 milioni di euro, ed emettendo fatture per operazioni inesistenti per 3,6 milioni di euro.

Per i reati di bancarotta fraudolenta distrattiva e documentale, la guardia di finanza di Monopoli ha arrestato il 46enne Vincenzo Abbinante (attualmente console onorario del Marocco a Bari), e il 56enne Domenico Birardi (ex sindaco di Casamassima), entrambi amministratori di fatto della società fallita nel 2017. Abbinante è finito in carcere, Birardi è ai domiciliari. I fatti contestati si riferiscono agli anni 2013-2017.

L’inchiesta della Procura di Bari è partita dalla denuncia di un imprenditore che, dopo aver affidato la gestione del personale della propria società a Birardi, consulente del lavoro, aveva scoperto che in tre anni erano stati assunti a sua insaputa 450 dipendenti. I finanzieri hanno così scoperto che la Prestigia srl aveva sottoscritto contratti di appalto con una decina di società, in Puglia e in Emilia Romagna, alle quali garantiva manodopera, operando senza averne i requisiti come fosse un’agenzia interinale, intascando le agevolazioni previste dalla normativa di settore per le nuove assunzioni ma omettendo di pagare le relative imposte.

Gli accertamenti fiscali su Abbinante, consulente di società anche all’estero (Albania, Uruguay, Canada, Dubai e Panama), hanno consentito di verificare la sproporzione tra le attività imprenditoriali e il reddito dichiarato, pari nel 2018 a poco più di 4 mila euro. In una intercettazione telefonica, nel discutere della realizzazione di moduli abitativi in Sud America, l’indagato dice che le “amicizie sono abbastanza, cioè sono di primaria importanza”, “sottintendendo – spiegano gli inquirenti – il ricorso anche alla corruzione, facendo riferimento alle spese di rappresentanza per mascherare le bustarelle”. Aspetto, quest’ultimo, sul quale sono tuttora in corso indagini.

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