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Balzo della sterlina dopo il voto Uk, le Borse brindano all’accordo sui dazi

Dic 13, 2019

MILANO – Ore 10.40. La schiacciante vittoria di Boris Johnson alle elezioni britanniche spinge al rialzo la sterlina, che sale ritrova quota 1,2 euro rivedendo i massimi da giugno 2016. Pur con un’indicazione elettorale che spingerà più bruscamente il Paese fuori dall’Unione Europea gli investitori sembrano premiare la solida maggioranza guadagnata dai conservatori, che dovrebbe consentire così al Paese di uscire dallo stallo. “Una maggioranza dei conservatori era diventata sempre più realtà con l’avvicinarsi delle elezioni favorendo così un rafforzamento graduale della sterlina”, commenta John Stopford, Portfolio manager del Global Multi-Asset Income Fund di Investec AM. “Sicuramente questo esito elettorale riduce le incertezze ma è anche vero che restano da stabilire i termini finali della Brexit e di un qualsiasi accordo commerciale con l’Ue”.

Balzo della sterlina dopo il voto Uk, le Borse brindano all'accordo sui dazi

Lo scossone del voto nel Regno Unito non altera però un clima di generale euforia che attraversa i mercati all’indomani dell’annuncio da parte dei Donald Trump dell’intesa raggiunta con la Cina sul dossier commerciale. Dopo i nuovi primati di Nasdaq e S&P ieri a Walll Street oggi le Borse ripartono tutte in deciso rialzo, a partire dai listini asiatici dove Tokyo chiude in rialzo del 2,55% e Shanghai termina a +1,78%. Stesso orientamento si intravede in Europa, dove le piazze finanziarie partono tutte in positivo: Milano sale dello 0,87%, Francoforte sale dell’1,32% e Parigi guadagna l’1,16%. Dopo una partenza in negativo anche Londra torna in verde e guadagna l’1,8%.


Tornando alle valute nel Vecchio Continente l’euro è stabile sui livelli di ieri, a quota 1,1166 dollari a fronte della quotazione di 1,1128 di ieri sera dopo la chiusura di Wall street. In discesa lo spread, con il differenziale Btp/Bund che cala a 155 punti.Il rendimento del titolo decennale scende all’1,32%.

Tra i dati macroeconomici l’Istat mette in evidenza un lieve miglioramento di fatturato e ordinativi pe rl’industria a ottobre ma in Germania la Bundesbank ha rivisto a ribasso le stime di crescita dell’economia tedesca, a +0,9% nel 2019, +0,5% nel 2020 e +0,6% nel 2021.

Tra le commodities, in netto rialzo le quotazioni del petrolio dopo l’accordo sui dazi: i contratti sul greggio Wti con scadenza a gennaio recuperano 31 centesimi a 59,4 dollari al barile. Il Brent guadagna lo 0,7% a 64,63 dollari.

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