ROMA. Torna in libertà Vincenzo Nardulli, il militante di estrema destra sotto processo per l’aggressione a due giornalisti dell’Espresso avvenuta il 7 gennaio all’interno del cimitero Verano di Roma mentre era in corso la commemorazione dei morti di Acca Larentia. A deciderlo è stato il tribunale di Roma a seguito di un’istanza presentata dal suo legale, l’avvocato Alessio Pomponi. Nardulli si trovava agli arresti domiciliari.
Nel procedimento è imputato per lesioni e rapina aggravata assieme a Giuliano Castellino, esponente romano di Forza Nuova, che si trova detenuto in carcere per una condanna a quattro anni per violenza, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale e manifestazione non autorizzata: nel 2017 partecipò ad uno scontro con la polizia nel quartiere Trullo di Roma, cercando di impedire la legittima assegnazione di un appartamento a una famiglia italo eritrea.
Al processo per l’aggressione al giornalista Federico Marconi e al fotografo Paolo Marchetti il Gruppo Gedi, che pubblica il settimanale, si è costituito parte civile insieme alla Federazione nazionale della stampa (Fnsi) e a Ossigeno per l’informazione.