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Elezioni Umbria, affluenza in aumento: 19,55% alle 12. Alle scorse Regionali era il 15,39% – Il Fatto Quotidiano

Ott 27, 2019

L’affluenza alle Regionali in Umbria è in aumento del 4% rispetto alla scorsa tornata elettorale nel 2015. Alle 12, informa il ministero dell’Interno, ha votato il 19,55% dei 703.595 aventi diritto contro il 15,39% delle elezioni precedenti. L’aumento più significativo è quello che si registra a Terni, dove si tocca il 18,43, contro il 13,75. Su base provinciale la percentuale è del 19,68 nel Perugino e del 19,19 in quella di Terni. I 1.005 seggi allestiti nei 92 Comuni sono stati aperti alle 7 e ci sarà tempo per votare fino alle 23, subito dopo inizierà lo spoglio delle schede.

Gli umbri sono chiamati ad eleggere il successore di Catiuscia Marini, dimessasi dopo lo scandalo legato all’inchiesta sulla gestione della sanità, e 20 consiglieri dell’Assemblea regionale. I candidati alla presidenza della sono 8: la sfida è tra Donatella Tesei, scelta dal centrodestra e sostenuta anche da una sua civica, e Vincenzo Bianconi (Pd, M5s, Bianconi per l’Umbria, Europa verde e Sinistra civica verde).

Oltre a loro, sono in corso il candidato di Potere al Popolo e Pci, Emiliano Camuzzi, Martina Carletti per Riconquistare l’Italia, Giuseppe Cirillo per il Partito delle Buone Maniere, l’ex generale Antonio Pappalardo, l’ex sindaco di Assisi Claudio Ricci e l’ex sindacalista Rossano Rubicondi, appoggiato dal Partito Comunista di Marco Rizzo.

Viene eletto presidente il candidato che ottiene il maggior numero di voti (e quindi è sufficiente un solo voto in più) e alla lista o alla coalizione di liste che lo sostengono sono assegnati 12 seggi su 20. Quindi, complessivamente, alla maggioranza che vince le elezioni vengono assegnati 13 seggi, compreso quello del presidente. Gli altri otto seggi sono assegnati alle liste di tutti i candidati presidenti perdenti che superano il 2,5% dei voti validi. Un seggio viene assegnato al candidato presidente miglior perdente. I restanti sette seggi vengono attribuiti proporzionalmente alle liste che hanno sostenuto i candidati presidenti perdenti.

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