MILANO – Ore 10:30. Borse poco mosse all’indomani della conferenza d’addio di Mario Draghi alla Banca centrale europea. Secondo Andrea Iannelli di Fidelity, il governatore italiano lascia “da salvatore dell’euro” una istituzione centrale diventata “essenzialmente il ‘creditore di ultima istanza’ che può contare su “nuovi strumenti per sostenere l’economia della zona euro ancora in difficoltà”. Iniziative che hanno “evitato gli scenari peggiori” all’apice della crisi dell’Eurozona e delle quali i mercati “devono ringraziare”. D’altra parte la Bce “ha costantemente mancato il suo unico obiettivo: mantenere l’inflazione vicino al 2%”. Se allora il nuovo presidente “Christine Lagarde porterà il peso dell’eredità di Draghi con poche munizioni rimaste e un crescente malcontento all’interno del Consiglio direttivo riguardo all’ultimo programma Qe”, riconoscendo “improbabile che l’ultima tornata di acquisti di asset si riveli sufficiente” per centrare gli obiettivi di prezzi, “ci aspettiamo quindi che la Bce intensifichi i propri sforzi”.
Gli investitori tornano a guardare alla pubblicazione delle trimestrali, dopo che – come d’attese – l’Eurotower non ha dato significative indicazioni su cambiamenti di politica monetaria a stretto giro dalla ripartenza del Qe, confermata da novembre. Wall Street si stava approssimando a nuovi record, ma i conti di Amazon hanno raffreddato gli entusiasmi degli operatori: il primo calo degli utili del colosso dell’e-commerce da oltre due anni ha messo sotto pressione i titoli.
I mercati europei si muovono incerti: Londra scivola dello 0,2%, Francoforte lima lo 0,1% e Parigi sale dello 0,1%. Milano è stazionaria con Moncler in volata dopo i conti, mentre è fredda la reazione alla trimestrale dell’Eni.Questa mattina, la Borsa di Tokyo ha trattato in leggero rialzo chiudendo a +0,22%. Wall Street è invece reduce da una seduta ondivaga chiusa alla fine con il Dow Jones in calo dello 0,11%, mentre lo S&P500 ha guadagnato lo 0,19% e il Nasdaq ha aggiunto lo 0,81%.
L’euro apre stabile sopra 1,11 dollari dopo la Bce. In netto calo la sterlina, che risente del caos Brexit, che non accenna a diminuire. La moneta europea passa di mano a 1,1106 dollari e 120,70 yen. In ribasso il dollaro/yen a 108,67, mentre la sterlina arretra a 1,2846 sul biglietto verde.
Lo spread tra Btp e Bund tedeschi è stabile in area 130 punti base, con rendimento del decennale italiano allo 0,9%. L’agenda macroeconomica ruota soprattutto intorno ai dati tedeschi sulla fiducia dei consumatori (in calo a 9,6 punti a novembre) e sulle aspettative delle imprese misurate dall’indice Ifo (stabile a 94,6 punti a ottobre). Per l’Italia, la bilancia commerciale estra europea segnala un aumento delle esportazioni del 2,5% a settembre: il saldo è positivo di 1,5 miliardi. In arrivo, infine, la possiible revisione del rating da parte di S&P.
Tra le materie prime, il prezzo del petrolio apre in calo, dopo tre giorno di rally, legato alle voci di nuovi tagli da parte dei grandi produttori. A far scendere il prezzo, invece, è il timore di un calo della domanda mondiale. Sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti arretrano di 32 cent a 55,91 dollari e quelli sul Brent di 33 cent a 61,34 dollari al barile.