«E’ un ragazzo solare, perbene. Non sappiamo darci una spiegazione – ha commentato la moglie del proprietario della pasticceria. Ieri mattina è venuto regolarmente a lavoro – ha aggiunto- poi verso ora di pranzo ci ha detto ‘mi sento male, vado a casà. Stamattina è invece venuto il padre e ha detto che non sarebbe venuto, spiegando a mio marito cosa era successo.
Ha precedenti, ma per droga, il complice di Valerio, Paolo Pirino conosciuto come Paoletto. Anche lui 21enne, abitante di San Basilio, uno dei quartieri considerati il supermaket della droga a Roma, la Scampia in riva al Tevere, la più grande e organizzata piazza di spaccio della Capitale. Valerio e Paolo si frequentavano, ventenni come tanti, stesso taglio di capelli, stesso look. Forse quello di Pirino più curato, più stile narcos. Il suo profilo Facebook è una sequela di foto di armi, tatuaggi, Al Pacino-Scarface, sguardi di sfida. Un gangster di periferia in chiave Gomorra. I tatuaggi che mostra sono la sua filosofia: una pistola spianata sul petto assieme all’immagine di tre donne, sulla mano sinistra, l’anno di nascita – 1998- e l’effigie della Madonna. Poi tanti post con canzoni neomelodiche, scatti con atteggiamenti da duro, jeans strappati e giubbotti di pelle. E frasi ad effetto. Una è da brividi: »Degli altri? Non me ne frega un ca…«.