MILANO – L’Alitalia gioca al rialzo: nelle ultime bozze del decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio che sono circolate, infatti, lo stanziamento del governo per la compagnia è salito di taglia.
Se inizialmente si parlava di un nuovo prestito ponte da 350 milioni, collegato alla necessità di prorogare nuovamente la procedura di vendita al 21 di novembre (poi ufficializzata dal ministro Stefano Patuanelli) per permettere alle Ferrovie & Co. di presentare l’offerta vincolante, le ultime versioni alzano la cifra a 400 milioni.
“Per consentire di pervenire al trasferimento dei complessi aziendali facenti capo ad Alitalia – Società Aerea Italiana – S.p.A. in amministrazione straordinaria ed alle altre società del medesimo gruppo anch’esse in amministrazione straordinaria, con decreto del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, è concesso, nell’anno 2019, in favore delle stesse Società in amministrazione straordinaria, per le loro indilazionabili esigenze gestionali, un finanziamento a titolo oneroso di 400 milioni di euro, della durata di sei mesi”, si legge al primo comma dell’ultimo articolo 53 del decreto fiscale visionabile-Si dettaglia dunque il costo del finanziamento, che “è concesso con l’applicazione di interessi al tasso Euribor a sei mesi pubblicato il giorno lavorativo antecedente la data di erogazione, maggiorato di 1.000 punti base, ed è restituito, in prededuzione, con priorità rispetto a ogni altro debito della procedura, entro sei mesi dalla erogazione e, in ogni caso, entro 30 giorni dall’intervenuta efficacia della cessione dei complessi aziendali”. Nella relazione tecnica si dettaglia che il prestito, “tenuto conto della restituzione in prededuzione, con priorità rispetto a ogni altro debito della procedura e, in ogni caso, entro 30 giorni dall’intervenuta efficacia della cessione dei complessi aziendali” viene ad assumere “natura finanziaria e non ha pertanto effetti sull’indebitamento netto”.
Più avanti nel testo si specifica che questa spesa – insieme ad altre indicate dal decreto – rientra nel lotto degli interventi coperti principalmente con il taglio da 3 miliardi alle spese dei ministeri.