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Dal carcere agli evasori alle multe ai negozianti: i nodi sul tavolo del vertice di maggioranza – Il Sole 24 ORE

Ott 21, 2019

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I nodi da sciogliere

M5S chiede il carcere per i grandi evasori, critica le multe per i negozianti che non accettano i pagamenti tramite Pos e la stretta sulle partite Iva. I renziani hanno già annunciato una battaglia nell’iter di conversione parlamentare della manovra per cancellare quota 100, una misura che invece i pentastellati sostengono.

Le misure contro l’evasione

Il primo punto da affrontare, probabilmente quello politicamente più rilevante, è quello delle misure contro l’evasione fiscale. Il tetto al contante e la multa sul Pos, è la posizione dei pentastellati, non sono le soluzioni giuste per arginare il nero. Si tratta di soluzioni che penalizzano i piccoli, i commercianti e gli artigiani, è la posizione pentastellata. Secondo Di Maio non è concepibile un piano di lotta all’evasione fiscale che non contempli il carcere per i grandi evasori, ovvero quelli che sottraggono al Fisco oltre 100mila euro. E se il ministro della Giustizia, il pentastellato Alfonso Bonafede ha annunciato che l’intesa di massima sul pacchetto per il carcere agli evasori, con la punibilità oltre i 100mila euro, c’è, per i Dem e per Leu la sintesi è ancora da trovare. Le misure, aggiungono da Italia Viva, vanno discusse puntualmente prima che arrivi un via libera. Anche perché non è detto che il decreto legge sia il contenitore adatto per un pacchetto coin queste caratteristiche. È possibile che la stretta venga inserita nel percorso di conversione parlamentare della manovra.

Lotta all’evasione sono anche le multe per chi non accetta il Pos: M5S chiede che, prima di far scattare le sanzioni, vengano abbassate le commissioni delle banche. Sul tetto al contante, Di Maio dice no all’abbassamento della soglia da 3mila a mille euro. In base all’ultima bozza del decreto fiscale, a decorrere dall’1 gennaio 2020 e fino al 31 dicembre 2021 il divieto per l’utilizzo del contante è fissato a 2.000 euro. A decorrere dal primo gennaio 2022 il divieto scatta a 1.000 euro. «La misura sul contante – ha chiarito Conte – è stata una mia proposta e senza la mia determinazione confesso che non sarebbe andata in porto».

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