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IA meglio dei manager umani, negli Emirati Arabi Uniti l’idea piace

Ott 16, 2019

IA al posto dei manager umani? Perché no, negli Emirati Arabi Uniti l’idea non dispiace. È quanto è emerso dalla ricerca “AI at workeffettuata da Oracle in collaborazione con Future Workplace, basata sulle interviste a ‎8.370 tra dipendenti, manager e responsabili delle risorse umane in 10 Paesi. A quanto pare insomma, ‎contrariamente alle comuni paure su come robot e intelligenze artificiali impatteranno sul mondo del lavoro, i leader di tutto il mondo si stanno muovendo sempre più in direzione di una maggiore adozione dell’intelligenza artificiale e dei robot al lavoro e molti stanno accogliendo il cambiamento con ottimismo.

‎Addirittura negli Emirati Arabi Uniti l’82% degli intervistati pensa che i robot possano fare le cose meglio dei loro manager, specialmente in contesti dove un quoziente emotivo non sembra essere indispensabile rispetto a un modello basato sulla pura valutazione dei fatti. In particolare gli intervistati hanno affermato che i robot sono più bravi a rispettare i programmi di lavoro (42%), a risolvere problemi (34%) e a fornire informazioni imparziali (32%).


I primi tre compiti in cui i manager sono considerati migliori dei robot riguardano le capacità empatiche (46%), l’esercizio delle proprie capacità emotive in ambito lavorativo (32%) e la valutazione delle prestazioni del team (25%).‎‎‎ ‎Lo studio di Oracle ha mostrato che negli Emirati Arabi Uniti, il 76% degli uomini si sono rivolti all’IA al posto del manager umano (le donne ad aver fatto la stessa scelta sono il 64%), inoltre sono sempre gli uomini (61%) ad avere una visione più positiva dell’IA sul lavoro rispetto alle donne (55%).‎

Secondo ‎Rahul Misra, vice-president for applications presso Oracle Lower Gulf‎, l’adozione di tecnologie emergenti è molto sentito negli Emirati Arabi Uniti, una nazione giovane, costruita da espatriati e anagraficamente da un mix tra generazione X (attualmente dai 59 ai 39 anni), generazione Y o Millennials (con età compresa tra 38 e i 25 anni) e generazione Z (da 24 a 9 anni). ‎‎”Il concetto è che vogliono una “economia dell’esperienza“, che si basi su fonti non fossili e questo non è possibile utilizzando il “tocco umano” lungo l’intero processo”, ha spiegato ancora Misra. “Serve invece automatizzare il più possibile. Un nuovo concetto, chiamato “operazione invisibile“, sta emergendo”.‎

‎L’operazione invisibile consiste proprio nel diminuire progressivamente l’uso dell’interazione umana, considerata eccessivamente soggetta a errori, sviluppando invece sempre più la capacità di sfruttare la tecnologiain modo che l’esperienza ottenuta dal servizio sia di gran lunga la migliore possibile. ‎

‎”Gli Emirati Arabi Uniti sono l’unico Paese al mondo che ha un ministro dell’IA e parla dell’indice di felicità. Gli Emirati hanno capito che se vogliono continuare la propria crescita economica, devono essere molto forti sui fondamentali ed è qui che stiamo assistendo all’adozione di tecnologie emergenti”, ha aggiunto ancora Misra.

‎”Nel prossimo paio di anni, credo che l’IA diventerà una merce in quanto sta toccando ogni aspetto della nostra vita. Sul posto di lavoro, questa tendenza diventerà molto più prominente. Assistenti digitali e chatbot stanno per diventare la norma. Se posso fare tutto con voce digiterò ancora? Il nostro cambiamento comportamentale sta orientando tutto ciò che ci circonda”, ha spiegato Misra.‎

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