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Borse in attesa dell’accordo definitivo sui dazi. Cina, volano i prezzi per la peste dei maiali

Ott 15, 2019

MILANO – Ore 10:45 – Borse in cauto rialzo in Europa, in attesa di un passo decisivo verso la tregua commerciale tra Usa e Cina. Pechino, ricostruisce Bloomberg, ha gettato acqua sul fuoco delle certezze degli investitori nelle ultime ore, mentre il segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin ha parlato alla Cnbc di progressi sostanziali fatti nelle trattative della scorsa settimana e ha detto di aspettarsi una intesa in una prossima visita di Trump a Xi Jinping in Cina, il mese a venire.

Per il momento i mercati restano alla finestra, ancora una volta in attesa di indicazioni più concrete. Milano registra comunque un andamento positivo, con il Ftse Mib in rialzo dello 0,5% e Pirelli in evidenza. Variazioni simili a Francoforte (+0,3%) e Parigi (+0,5%), mentre Londra è attardata sulla parità.

Più euforica questa mattina la Borsa di Tokyo, che doveva recuperare i rialzi messi a segno venerdì da Wall Street (quando Trump aveva parlato di un “accordo sostanziale” ormai raggiunto) per le chiusure delle sedute passate: ha brindato con una crescita dell’1,87% che ha portato il Nikkei ai massimi da aprile. Ieri sera la Borsa americana ha chiuso debole con il Dow Jones in ribasso dello 0,11% e il Nasdaq che ha perso lo 0,1%. Chiusure in rosso invece per le piazze azionarie cinesi. A Shanghai il Composite ha perso questa mattina lo 0,56% a 2.991 punti, mentre a Shenzhen il Component ha lasciato sul campo l’1,17% a 9.671 punti.

Tra i dati macroeconomici di giornata si registra l’aggiornamento di Bankitalia sul debito pubblico (in leggero calo ad agosto) e l’osservazione dell’Istat sull’economia sommersa e irregolare: vale 211 miliardi. Il numero di persone senza lavoro nel Regno Unito è aumentato durante l’estate (+22.000 nei tre mesi fino ad agosto) con il tasso di disoccupazione Ilo misurato nel periodo giugno-agosto al 3,9%, livello toccato anche a fine giugno, ma sopra dal 3,8% di fine maggio. L’euro è in lieve rialzo all’avvio di giornata. La moneta unica segna 1,1033 dollari con un aumento dello 0,05%. La sterlina guadagna qualche posizione a 1,262 dollari (+0,1%) mentre in Asia lo yen è stabile a 108,31 (-0,08%). Apertura stabile per lo spread fra Btp e Bund che, nei primi scambi, segna quota 137 punti, lo stesso livello della chiusura di martedì. Il rendimento del decennale è pari allo 0,91%.

In Oriente, l’aumento dei prezzi della carne suina (dovuto alla peste africana) ha spinto l’inflazione cinese a un massimo da sei anni nel mese di settembre. L’indice dei prezzi al consumo è aumentato del 3% a settembre rispetto a un anno prima, secondo i dati diffusi dall’ufficio nazionale di statistica, accelerando dal 2,8% di agosto e superando le previsioni medie per una crescita del 2,9 per cento. Il fattore principale è stato l’aumento dei prezzi della carne suina, in crescita del 69% rispetto all’anno precedente – il più rapido aumento in 12 anni – che ha contribuito a oltre la metà dell’aumento dell’indice dei prezzi principale di settembre. In Giappone, la produzione industriale si conferma in discesa dell’1,2% destagionalizzato ad agosto rispetto a luglio mentre ha perso un 4,7% annuo grezzo.

Tra le materie prime, i timori per un esito non positivo dei negoziati in corso fra Usa e Cina, dopo il moderato ottimismo dei giorni scorsi, deprimono il prezzo del petrolio sui mercati. Il greggio Wti scende dello 0,6% a 53,2 dollari al barile mentre il Brent perde lo 0,69% a 58,93 dollari. Oro poco mosso: il metallo con consegna immediata scambia così a 1492 dollari l’oncia (-0,08%).

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