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Borse contrastate, pesano dazi e rallentamento economico

Ott 3, 2019

MILANO – Ore 10:15. I segnali di rallentamento economico che si intensificano e la nuova guerra commerciale che stavolta oppone gli Usa all’Unione europea pesano sull’umore degli investitori. Nell’elenco di prodotti del Vecchio continente sui quali si può abbattere la scure delle tariffe, il prosciutto e il parmigiano italiani, il whiskey scozzese, i vini francesi e l’Emmental svizzero.

A Milano, Piazza Affari sale dello 0,25%. Contrastate le altre europee: Parigi segna un rialzo dello 0,7%, Londra cede lo 0,3% mentre Francoforte resta chiusa per festività. Con i listini cinesi ancora chiusi per le festività dei 70 anni della Repubblica popolare, la Borsa di Tokyo ha pagato un conto salato perdendo il 2,01%. Ad amplificare la tendenza ribassista è stato l’apprezzamento dello yen contro dollaro, fattore che penalizza i grandi gruppi esportatori nipponici.

Wall Street ieri sera ha riportato un rosso dell’1,86% con il Dow Jones e dell’1,56% con il Nasdaq. Come nota Bloomberg, di fatto lo S&P500 (ieri -1,79%) tratta ai livelli di due anni fa e in pochi giorni ha eroso quel che aveva messo insieme in giorni e mesi di crescita. “Se guardo i grafici mi sembra di esser di fronte al Tour de France”, ha detto Marvin Loh, global macro strategist di State Street, al telefono con l’agenzia Usa. “Importanti salite e grandi discese, se non fosse che queste sono orribili discese. E quindi di nuovo si risale a un nuovo picco, per poi ridiscendere di nuovo”. Per Donald Trump, che da sempre si è vantato dei successi di Borsa, resta un bilancio di un ritorno del 43% (dividendi inclusi) per l’indice di Wall Street dalla sua elezione; ma gli ultimi alti e bassi stanno sempre più esasperando gli investitori.

Intanto i Treasury sono tornati ad apprezzarsi, dopo il rapporto Adp sul mercato del lavoro privato che – in attesa dei dati ufficiali di domani – è stato più debole del previsto: il rendimento dei decennali americani (che si muove inversamente al prezzo) è così sceso all’1,58%. Apertura in lieve rialzo per lo spread tra Btp e Bund tedesco. Il differenziale segna 145,3 punti base secondo la piattaforma Bloomberg a fronte dei 114,5 di ieri in chiusura di giornata. Il tasso di rendimento per il decennale italiano sale allo 0,87%.

L’agenda macroeconomica mette in evidenza gli indici Pmi sui servizi: in netto rialzo a 51,4 punti quello italiano, mentre la Germania – che ieri ha subito il taglio delle stime di crescita – è crollata a settembre da 54,8 a 51,4 punti. Ogni rilevazione sopra 50 punti indica comunque una espansione economica. L’euro apre sopra 1,09 dollari: passa di mano a 1,0952 dollari e 117,30 yen. Dollaro/yen in calo a 107,10. Il biglietto verde risente dei timori di un indebolimento dell’economia Usa.

Tra le materie prime si segnala il recupero dell’oro sui mercati asiatici. Il metallo con consegna immediata guadagna lo 0,2% e torna sopra i 1.500 dollari l’oncia a 1.502 dollari l’oncia. Prezzo del petrolio poco mosso dopo i sostanziosi cali dei giorni scorsi, pur rimanendo vicino ai minimi da due mesi. Ad incidere i dati sulle scorte in aumento e le prospettive non buone sull’economia. Così i contratti sul greggio Wti con scadenza a novembre guadagnano 18 centesimi a 52,82 dollari al barile; il Brent è praticamente stabile a 57,7 dollari.

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