ROMA – Due turiste giapponesi, per un pranzo in un ristorante in pieno centro storico a Roma, si sono trovate di fronte un maxi scontrino di 429 euro per due piatti di spaghetti con il pesce e unabottiglia d’acqua. Il ristorante in questione è l’Antico Caffè d Marte in via Banco di Santo Spirito. Lo scontrino fiscale, datato al 4 settembre scorso, è stato postato su Facebook ed è diventato un caso social, condiviso e commentato amaramente, tra connazionali giapponesi e italiani. Indubbiamente la mole di Castel Sant’Angelo che si gode alla fine della deliziosa stradina pedonale ha il suo peso. Ma a sfamare le ragazze sarebbero stati solo due piatti di pasta a base di pesce senza il vino.
La sorpresa
A sorprendere è il dettaglio del conto: l’importo complessivo è di 349,80 euro, cui si aggiunge una mancia di ben 80 euro, per un totale di 429,80 euro. Un maxi scontrino che si sono trovate di fronte due turiste giapponesi a Roma per un pranzo in un ristorante in pieno centro storico. Da choc, più che altro. Le stesse guide turistiche professioniste rimangono indignate di fronte al caso del maxi-scontrino. “Episodi simili causano un danno di immagine alla città di Roma – commentano da Federagit – Guide Turistiche di Roma – Noi desideriamo una città più accogliente e chiediamo che le forze dell’ordine controllino se c’è stato un abuso nei confronti delle due giovani giapponesi”.
La replica
Non è mancata la replica del ristorante: “Il nostro menu è chiaro, tutto è scritto nel dettaglio, basta guardare i prezzi: massimo 16 euro per uno spaghetto allo scoglio – dichiara Giacomo Jin, ristoratore – Per pagare quella cifra le ragazze non avranno preso solo gli spaghetti, ma anche pesce. D’altronde, da noi il pesce è fresco: il cliente lo sceglie al bancone, noi lo pesiamo e lo cuciniamo”. Nello specifico, il conto riporta 349,80 euro per il pasto e 80 euro per la mancia che – come assicurano dal ristorante – è a discrezione del cliente: “Al momento di pagare chiediamo al cliente se vuole dare la mancia, e può scegliere tra il 10 e il 20 per cento dell’importo, tutto liberamente”. Anche se, a conti fatti, il 20 per cento di 349 euro è 60 euro.