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Mafia, più di cento arresti in una maxioperazione tra Sicilia e Lombardia

Set 26, 2019

la “stidda” di Gela

Accertata l’operatività della cosca mafiosa di matrice “stiddara” con quartier generale a Brescia, che ha pesantemente inquinato diversi settori economici attraverso la commercializzazione di crediti d’imposta fittizi per decine di milioni di euro

26 settembre 2019


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1′ di lettura

Blitz della Polizia contro la “stidda” di Gela. In carcere sono finiti capi, gregari e semplici affiliati della cosca dei Di Giacomo. Secondo gli investigatori, negli ultimi anni il clan avrebbe preso con la violenza e le estorsioni il controllo su buona parte del territorio, gestendo il traffico di droga, infiltrando l’economia legale con imprese di comodo e imponendo i prodotti delle proprie aziende ai commercianti. Una maxi operazione in diverse province d’Italia (assieme alla Guardia di finanza ) ha portato a una settantina di arresti e sequestri per 35 milioni. Accertata l’operatività della cosca mafiosa di matrice stiddara con quartier generale a Brescia, che ha pesantemente inquinato diversi settori economici attraverso la commercializzazione di crediti d’imposta fittizi per decine di milioni di euro.

In Sicilia le indagini della Polizia hanno portato alla luce diverse spedizioni punitive compiute dagli “stiddari” e consentito di ricostruire decine di estorsioni nei confronti di quei commercianti e quegli imprenditori che non volevano sottomettersi al volere del clan e che hanno trovato il coraggio di denunciare.

Cinquecento uomini armati erano pronti a scatenare una nuova guerra di mafia. Ascoltando centinaia di ore di intercettazioni, gli investigatori hanno accertato che la cosca aveva una potenzialità militare. «Cinquecento leoni», come si chiamavano tra di loro durante le telefonate intercettate, che erano pronti ad entrare in azione al primo cenno dei capi. I poliziotti hanno anche ripreso diverse spedizioni punitive alle quali gli “stiddari” si presentavano armati, danneggiamenti e incendi ai danni di chi si opponeva al potere del clan.

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