• 27 Ottobre 2024 4:15

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Identikit finanziario delle donne migranti: risparmiano tanto ma in banca e in famiglia contano poco

Set 25, 2019

ServizioServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùRapporto Cespi-Aspen

Nonostante i progressi, che pure sono avvenuti nell’arco di un decennio, persiste uno scarto negativo per le donne dell’incidenza di tutti gli indicatori di inclusione finanziaria. Tra donne e uomini c’è un divario che oscilla fra i 2 e i 9 punti percentuali

di Rossella Bocciarelli

25 settembre 2019


default onloading pic

3′ di lettura

Donne e denaro: un binomio difficile ma necessario per spianare la strada dell’eguaglianza. Lo sa bene Kristalina Georgieva, la nuova numero uno del Fmi, che nei suoi lunghi anni di lavoro alla Banca mondiale ha potuto verificare sul campo come l’accesso al credito e alla finanza tenda sistematicamente a trascurare i segmenti più poveri delle popolazioni. E lo sanno le donne che emigrano, sospese tra il complicato inserimento nel lavoro in un altro paese e la necessità di mantenere il legame con i figli e i familiari rimasti in patria.

Non a caso, l’inclusione finanziaria è uno degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu e il 3 ottobre discuteranno di come assicurare anche per questa via l’empowerment femminile, in un convegno organizzato a Roma dall’Aspen Institute e dalla Farnesina, la senatrice di Più Europa Emma Bonino e il nuovo ministro delle pari opportunità e della famiglia Elena Bonetti, Magda Bianco (Bankitalia) Marta Dassù (Aspen) e Paola Profeta (Bocconi) insieme a Enrico Giovannini, portavoce dell’Asvis, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile.

In quell’occasione verrà presentato un rapporto del Cespi sulla situazione delle donne immigrate in Italia secondo il quale nonostante i progressi, che pure sono avvenuti nell’arco di un decennio, persiste uno scarto negativo per le donne dell’incidenza di tutti gli indicatori di inclusione finanziaria. Tra donne e uomini c’è un divario che oscilla fra i 2 e i 9 punti percentuali; in termini di solo accesso al conto corrente risulta titolare di un conto corrente l’83% dei migranti di genere maschile, mentre per le donne la percentuale scende al 60 per cento.

In media, le donne quadagnano il 24% in meno degli uomini. Eppure, le diverse capacità di reddito non influiscono sulla propensione al risparmio, che è pari al 36% sia per uomini che per donne ed è doppia rispetto a quella media dei cittadini italiani. Inoltre, per quel che riguarda lo small business, delle 126.500 imprese a titolarità immigrata titolari di conto corrente, il 32% è intestato a donne mentre le aziende a conduzione femminile rappresentano il 21,5% del totale delle imprese non comunitarie.

Lo studio si avvale dei dati decennali dell’Osservatorio nazionale sui migranti dell’Abi e di un’indagine ad hoc realizzata su un campione di 1.422 migranti di 10 nazionalità. Lo zoom, tuttavia, viene applicato in particolare sulle donne di Filippine, Ucraina, Senegal e Marocco, perché si tratta di comunità che sintetizzano alcune delle principali differenze culturali esistenti fra i gruppi di stranieri non comunitari presenti nel nostro paese. E in alcuni casi le differenze sono forti: per esempio per filippini e ucraini c’è un forte protagonismo femminile nell’immigrazione.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close