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Volkswagen, i vertici sotto accusa sul dieselgate: “Manipolazione del mercato”

Set 24, 2019

MILANO – Il terremoto dieselgate continua a scuotere Volkswagen e arriva a toccare anche l’attuale ad Herbert Diess. La procura di Braunschweig ha citato in giudizio infatti la dirigenza di Volkswagen per manipolazione del mercato, accusandoli di aver informato “deliberatamente troppo tardi” sui rischi del dieselgate gli investitori nel 2015. In particolare la procura ha citato in giudizio, oltre a Diess, il presidente del Consiglio di sorveglianza Dieter Poetsch, e l’ex Ad Martin Winterkorn sono accusati.

Un comunicato della procura di Braunschweig precisa che il deliberato ritardo ha riguardato la mancata diffusione di informazioni dovute al mercato sui “rilevanti obblighi di pagamento del gruppo, nell’ordine di miliardi, risultanti dalla scoperta del cosiddetto ‘scandalo-diesel’ e in tal modo l’aver influenzato illecitamente le quotazioni in Borsa dell’azienda”.

Nell’atto di accusa di 636 pagine emerge che Winterkorn aveva “piena conoscenza” del caso “al più tardi dal maggio 2015”, Poetsch “dal 29/6/2015” e “Diess dal 27/7/2015”, ossia tra quattro e un mese prima della pubblicazione della “Notice of violation” da parte dell’autorità Usa il 18 settembre di quell’anno, precisa la nota.

Il comunicato segnala che ora l’atto di accusa deve essere esaminato e autorizzato dal tribunale di Braunschweig cui è demandata la fissazione della data dell’udienza. La nota sull’accusa di “manipolazione di mercato” ricorda fra l’altro la volontà del legislatore di “obbligare i vertici di imprese quotate in Borsa a rendere noti”, con “comunicati ad-hoc” pubblicati “immediatamente dopo la presa di conoscenza”, “eventi rilevanti per i corsi come ad esempio rilevanti rischi finanziari”.

Multa da 870 milioni per Daimler

Intanto il caso dieselgate si fa sentire anche per Daimler. La procura di Stoccarda ha

notificato al concorrente tedesco di Volkswagen una sanzione da 870 milioni di euro in relazione allo scandalo. La multa, ha comunicato Daimler, è stata motivata con “la negligente violazione dei doveri di supervisione nel campo della certificazione dei veicoli”. Il gruppo che controlla Mercedes Benz ha annunciato che non ricorrerà contro la sanzione e che la stessa non avrà impatti sull’utile del trimestre e sulle previsioni per il 2019, avendo la società già provveduto a fare accantonamenti.

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