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Il fallimento di Thomas Cook, l’azienda che ha cambiato il modo in cui viaggiamo – AGI – Agenzia Italia

Set 23, 2019
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Si è chiusa con un fallimento e l’odissea di 600.000 turisti, costretti al rientro forzato dall’estero, la storia di Thomas Cook, l’agenzia di viaggi più vecchia del mondo, un’azienda pioniera del turismo di massa, nata 178 anni fa, in Gran Bretagna. La storia del turismo organizzato, comincia con una piccola impresa di “charity business” inglese e coincide con il boom dei treni e delle navi a vapore, che fatto decollare il turismo di massa, un’attività che non avrebbe potuto esistere prima, per la mancanza di mezzi di trasporto adeguati.

Thomas Cook, il fondatore dell’agenzia, è un semplice tipografo inglese di religione battista il quale, con spirito umanitario, altruista e, ovviamente, imprenditoriale, diventa il profeta delle vacanze per tutti, creando un impero turistico parallelo a quello delle colonie britanniche. È il 5 luglio 1841. Quel giorno Cook organizza da Leichester un’escursione fino a Loughborough e ritorno. È una gita di 11 miglia nella campagna del Derbyshire. L’idea di Cook è rivoluzionaria. A quel viaggio filantropico partecipano 570 persone della low class, che pagano appena uno scellino per un pacchetto di divertimenti che comprende il trasporto in treno su sedili in terza classe, un pranzo e uno spettacolo di gran galà.

La nascita delle ‘esperienze turistiche’

Nasce così un nuovo business: la ‘vendita di esperienze’ turistiche, rivolta alle classi popolari, che si affianca e poi subentrerà del tutto al già declinante Gran Tour, il classico viaggio di formazione, la cui meta sono le capitali della cultura, in genere le città d’arte italiane, e i cui destinatari da circa due secoli sono i rampolli dell’aristocrazia inglese.

Con la rivoluzione dei trasporti che rende ormai possibile l’estensione a costi sempre più bassi dei viaggi a masse sempre più numerose di turisti, il problema diventa quello di rendere il consumo di vacanze accessibile al maggior numero di persone possibile, da qualsiasi background culturale, economico o geografico esse provengano. Thomas Cook è stato il primo a riscrivere l’idea del viaggio trasformandolo da costosa esperienza legata alla sensibilità e ai gusti individuali, da coinvolgimento immediato e senza filtri tra i sensi del viaggiatore e dei luoghi d’arte prescelti ed esclusivi, in un atto di esperienza collettiva mediato da un ‘autore’, l’agente di viaggio, cioè la Thomas Cook. è l’agenzia che organizza il rapporto tra viaggiatori e luoghi, lo semplifica e abbassa il livello delle competenze logistiche e delle disponibilità economiche in base alle richieste del viaggiatore.

È proprio questa idea del viaggio come ‘esperienza mediate’ che sta alla base della nascita del turismo moderno. Nel 1869 Cook organizza la prima crociera sul Nilo e in pochi anni crea ad una vera e propria industria turistica che nel 1888 arriva ad avere uffici in tutto il mondo. L’agenzia ha poi una caratteristica, i suoi viaggi includono un itinerario, i biglietti per i trasporti e dei buoni validi per pranzare nei ristoranti convenzionati e per dormire negli hotel della lista Cook. Un’altra novità introdotta dalla Cook sono degli assegni, gli antenati dei travelers check, coi quali i suoi clienti potevano cambiare la valuta negli hotel a un tasso di cambio predeterminato.

Il viaggio diventa una merce, come tutte le altre

L’introduzione di Cook di questa sorta di valuta per il turismo ha molto facilitato i viaggi in Italia, espandendo la circolazione della lira. Nel 1919 è la prima compagnia di viaggi a prevedere voli in arei, tanto che poi si doterà di una propria compagnia aerea. Nel 1990 diventa leader mondiale delle vendite al dettaglio di valuta estera, un’attività che successivamente cederà all’American Express. Insomma, Cook introduce nel turismo l’idea del ‘tutto incluso’ che rivoluziona e agevola il modo di viaggiare e di visitare nuovi Paesi.

Da quel momento in poi il viaggio diventa un prodotto, una merce che trasforma i luoghi da visitare in universi paralleli alla realtà quotidiana, fino a realizzarne artificiosamente di nuovi, da Las Vegas, la città del peccato e del gioco d’azzardo, a Disneyland, il parco a tema, la città dei ragazzi, ai club Mediterranèe, le oasi esotiche, in riva al mare. Se Thomas Cook si poneva come intermediario tra il luogo e il viaggiatore, il Club Med ‘mette in scena’ completamente il luogo del viaggio altrove ricostruendolo nella dimensione del ‘villaggio turistico’.

Il fallimento di un modello

E lo stesso fa Walt Disney, con i suoi ‘Paesi dei balocchi’ standardizzati. Tuttavia, se la rivoluzione industriale ha decretato il decollo di Thomas Cook, la rivoluzione digitale e i costi della Brexit, ne hanno sancito la fine. La possibilità di prenotare viaggi, pernottamenti e pasti via Internet ha reso obsoleto il business di Thomas Cook. Anche società come Airbnb che consentono di prenotare online case in affitto e B&B all’estero hanno dato un durissimo colpo all’agenzia.

Questo spiega come mai il governo di Boris Johnson ha preferito spendere di più per il rimpatrio dei circa 150.000 britannici all’estero, messi nei guai dall’improvvisa cancellazione dei biglietti e delle convenzioni emesse dalla compagnia, piuttosto che scucire 150 milioni di sterline per il suo salvataggio. La Brexit e Internet hanno dunque dato alla storica agenzia di viaggio il colpo finale, mettendo fine a quasi 200 anni di storia del ‘made in England’ turistico.

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