MILANO – Ore 10:20. Germania, Francia e Italia provano a fare quadrato nel summit di Ventotene per far ripartire l’Europa colpita al cuore dal referendum della Gran Bretagna a favore del divorzio da Bruxelles. Gli sviluppi che verranno dal vertice a tre Merkel-Hollande-Renzi saranno monitorati anche per le ricadute economiche che potranno avere: la missione di Palazzo Chigi è portare fin da ora sul tavolo Ue una nuova richiesta di misure per la crescita, viste le difficoltà congiungurali che hanno indebolito la ripresa, italiana in particolare. Ma l’attenzione delle sale operative è rivolta soprattutto oltre l’Atlantico, in direzione della Federal Reserve.
Venerdi 26 agosto Janet Yellen, presidente della Fed, parlerà al simposio annuale di Jackson Hole. Gli osservatori attendono lumi sulle prossime mosse della Banca centrale Usa, che non ha certo brillato per chiarezza negli ultimi tempi. Se i verbali dell’ultima riunione hanno mostrato una certa reticenza dal rialzare i tassi a breve, non sono mancate le dichiarazioni da “falco” di alcuni esponenti del board. Da ultimo, il vice presidente Stanley Fischer ha dichiarato che l’economia Usa è vicina al raggiungere gli obiettivi attesi dalla Fed e che la crescita si rafforzerà, aprendo così a una stretta monetaria nel breve termine. Le parole sibilline, pronunciate domenica, hanno messo di malumore i listini, che comunque recuperano dopo un avvio debole e grazie al rimbalzo delle banche. Milano si rafforza al +1,1%, Francoforte aggiunge lo 0,9%, Parigi lo 0,75% e Londra lo 0,2%. A Piazza Affari si registra la nuova crescita di Autogrill negli aeroporti Usa, mentre l’indice delle banche guadagna oltre 2 punti percentuali dopo le vendite di venerdì. Secondo i future sui Fed Fund, il mercato indica il 22% di possibilità per un incremento dei tassi a settembre, in crescita dal 16% precedente.
Anche le azioni asiatiche rappresentate dall’indice MSCI Asia Pacific sono scese al minimo da due settimane. Discorso diverso per Tokyo, dove il governatore Haruhiko Kuroda ha aperto nuovamente alla possibilità di nuovi stimoli monetari nel mese di settembre. Su questa spinta, il Nikkei ha chiuso in rialzo dello 0,32%. Il Giappone è preoccupato intanto per il tifone, che si è avvicinato alla capitale con la conseguenza che oltre 400 voli sono stati cancellati ed è rallentato il traffico su strade e ferrovia.
Tra gli effetti di un possibile rialzo del costo del denaro negli Stati Uniti, c’è stato il rafforzamento del dollaro. Il cambio euro-dollaro è ancora oggi in calo, con la moneta del Vecchio continente che scambia a 1,128 biglietti verdi. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi è stabile sopra 115 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,12%. Al netto del vertice di Ventotene, l’agenda macroeconomica del Vecchio continente si presenta scarica. Poco da raccontare anche negli Usa, con l’indice Fed Chicago per il mese di luglio chiamato a migliorare il precedente 0,16 (l’agenda della settimana).
Wall Street riapre dopo il calo di venerdì scorso, che non ha impedito comunque al Nasdaq di archviare l’ottava settimana di fila in rialzo per la prima volta dal 2010. Nell’intera settimana, il Dow Jones è scivolato dello 0,1%, lo S&P500 ha chiuso praticamnete invariato e il listino tecnologico è salito dello 0,1%. Dopo il recente recupero, le quotazioni del petrolio sono in calo con il Brent a -1,53% a 50,1 dollari al barile, ed il Wti a -1,30% a 48,47 dollari al barile.