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Tv pirate, frode in Ue da 60 milioni a danno di Sky, Mediaset e Netflix

Set 18, 2019

L’inchiesta

L’indagine, diretta dal Procuratore della Repubblica di ha consentito di individuare e disattivare la piattaforma internazionale di IPTV (Internet Protocol Television) più diffusa tra i pirati informatici. Nei confronti dei responsabili dell’organizzazione si procede per associazione a delinquere

di Ivan Cimmarusti

18 settembre 2019


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2′ di lettura

Oltre 5 milioni di utenti in tutta Italia utilizzavano piattaforme pirata televisive sul web per vedere canali a pagamento come Sky, Dazn, Mediaset, Netflix e Infinity. Un giro d’affari stimato in 60 milioni di euro, svelato dalla Procura della Repubblica di Napoli che ha già individuato 25 responsabili che operavano attraverso Xtreams Codes, ideata da due cittadini greci. Oltre 100 militari del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche e dei reparti territoriali della Guardia di finanza stanno eseguendo, in queste ore, provvedimenti di perquisizione locale, informatica nei confronti della più rilevante organizzazione clandestina mondiale ideatrice e principale responsabile della capillare diffusione illegale via Internet delle emittenti televisive a pagamento.

L’ORGANIZZAZIONE

L’ORGANIZZAZIONE

In manette è finito Christos Papaoikonomu, inventore e gestore della piattaforma Xtream Codes perché trovato in possesso di oltre 110.000 euro in contanti, criptovalute e numerose centrali. È stato ammanettato a Salonicco, durante le perquisizioni che sta eseguento la Guardia di finanza in collaborazione con la polizia greca.

COME FUNZIONA IL PEZZOTTO

COME FUNZIONA IL PEZZOTTO

L’indagine, diretta dal Procuratore della Repubblica di Napoli ha consentito di individuare e disattivare la piattaforma internazionale di IPTV (Internet Protocol Television) più diffusa tra i pirati informatici. Nei confronti dei responsabili dell’ organizzazione si procede per Associazione a delinquere finalizzata alla riproduzione e commercializzazione illecita di IPTV con la circostanza aggravata del reato trasnazionale; nei confronti dei fruitori del servizio è prevista la reclusione da sei mesi a 3 anni e la multa fino a 25.822 Euro.

Oltre 5 milioni di utenti solo in Italia, per un giro d’affari stimato in circa 60 milioni di Euro annui. La piattaforma Xtream Codes, ideata da 2 cittadini greci, consente agevolmente la trasformazione in dati informatici dei flussi audiovisivi protetti da copyright. I membri dell’ Organizzazione, predisponevano e gestivano all’ estero idonei spazi informatici attraverso i quali ritrasmettevano i segnali su larga scala, anche in Italia.

Una fitta rete commerciale, diffusa su tutto il territorio nazionale e con basi prevalentemente in Lombardia, Veneto, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia riceveva il segnale grazie a questa tecnologia acquisendo illegalmente interi pacchetti di contenuti per la successiva rivendita al cliente finale ad un prezzo di 12 Euro circa consentendo di vedere tutti i principali palinsesti Tv con un unico abbonamento.

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