ROMA – “E’ tutto molto presto, non per le punzecchiature e le polemiche…“. Ai microfoni di ‘Radio anch’io sport’ su Rai Radio 1, Marcello Lippi commenta le prime giornate di una Juventus che sta trovando qualche difficoltà di troppo rispetto alle attese. “Le lamentele di Sarri? Non credo debba ancora entrare in sintonia con l’ambiente, non vedo niente di particolare – ha detto l’attuale ct della Cina – Magari non si aspettava di trovarsi a gestire una rosa così numerosa, lui che a Napoli aveva i titolarissimi, ma non sono questi i grandi problemi. C’è fiducia e stima reciproca, cambiare metodologia di lavoro ha bisogno di mesi e che tutti i giocatori entrino in condizione. C’è però voglia da parte di tutti di farlo. E poi non dimentichiamo che ci sono anche gli altri. La Juve arriverà a esprimere come sempre il massimo. Le sue rivali? Inter e Napoli, alla pari”. Anche De Ligt sembra lontano dai suoi standard abituali: “La Juve aveva fatto un programma di inserimento normale, poi si è fatto male Chiellini e si è dovuto inserire subito, non piano piano. In Italia si fa fatica, c’è meno serenità, ma sul suo valore però non ci sono dubbi“.
Le parole di Lippi su Var e Nazionale
“Il Var? Ne penso molto bene, aiuta gli arbitri ad evitare degli errori. Per me, però, deve servire soltanto a stabilire se la palla è entrata o no o per qualcosa di importante. Bisogna ridurne gli interventi sennò si fa confusione” è il commento dell’attuale ct della Cina sul Var. “Mancini ha cominciato la costruzione di una nuova squadra che fa ben sperare in un momento di grande difficoltà, chiamando giovani come Zaniolo che non erano ancora stati utilizzati in campionato e in Champions League“. Lippi loda il lavoro di Roberto Mancini, alla guida di una Nazionale che sta conquistando senza particolari affanni la qualificazione ai prossimi Europei e che ha ‘riscoperto’ il valore del bel gioco. “Lui ha dato un messaggio importante, poi si vedono squadre che impostano, non più che si difendono soltanto e agiscono in contropiede, che quando è veloce e organizzato ha fatto la fortuna delle nostre squadre – ha aggiunto l’ex coach azzurro, campione del mondo nel 2006 – Ci sono tanti giovani bravi in un periodo in cui mai ci sono stati così tanti stranieri in Italia: con il 41% di italiani, è molto difficile… Le mamme però sono state molto brave venti anni fa: i nostri ragazzi sono tanti e quasi tutti giocano titolari in Serie A“.