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Migranti: l’Unhcr evacua 98 rifugiati dalla Libia in Italia

Set 13, 2019

rilasciATI dai centri di detenzione

«Nei centri di detenzione ci sono ancora oltre 3.600 rifugiati. Dobbiamo urgentemente trovare una soluzione per loro, come per migliaia di rifugiati più vulnerabili in contesti urbani» ha commentato Jean-Paul Cavalieri, capo della missione per la Libia dell’Unhcr

13 settembre 2019


Migranti, Unhcr: oltre 70 mln in fuga nel 2018

2′ di lettura

Evacuazione in corso, dalla Libia verso l’Italia, per un gruppo di 98 rifugiati. Si tratta della terza operazione umanitaria diretta portata a termine quest’anno, annuncia l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), spiegando che «con il conflitto che continua a infuriare in Libia», questo tipo di trasferimento rappresenta «un’ancora di salvezza per i rifugiati più vulnerabili che si trovano nei centri di detenzione e in contesti urbani e che hanno un disperato bisogno di sicurezza e protezione».

I rifugiati interessati all’evacuazione in Italia provengono da Eritrea, Etiopia, Somalia e Sudan, e tra essi vi sono anche 52 minori non accompagnati. Il più piccolo è Yousef, un bimbo somalo di sette mesi nato in un centro di detenzione e in viaggio insieme ai genitori. La maggior parte dei rifugiati è stata a lungo trattenuta nei centri di detenzione in Libia, alcuni per oltre otto mesi. Con questa operazione sale a 1.474 il numero di rifugiati vulnerabili assistiti dall’Unhcr ed evacuati dalla Libia nel 2019; tra essi, 710 sono stati trasferiti in Niger, 393 in Italia, e 371 reinsediati in Europa e Canada.

«Oggi abbiamo trasferito al sicuro 98 persone, ma sono ancora poche rispetto alle migliaia che hanno bisogno di aiuto. Nei centri di detenzione ci sono ancora oltre 3.600 rifugiati. Dobbiamo urgentemente trovare una soluzione per loro, come per migliaia di rifugiati più vulnerabili in contesti urbani» ha commentato Jean-Paul Cavalieri, capo della missione per la Libia dell’Unhcr. Prima dell’evacuzione, l’Unhcr ha ottenuto il rilascio dei rifugiati dai centri di detenzione e li ha trasferiti in un Centro di Raccolta e Partenza (Gathering and Departure Facility – GDF) a Tripoli, dove hanno ricevuto cibo, riparo, cure mediche, supporto psico-sociale nonché abiti e prodotti igienici.

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