il premier a bruxelles
Il governo italiano chiede alla Commissione europea tempo per realizzare investimenti produttivi a sostegno della crescita
di Nicola Barone
11 settembre 2019
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«Chi non parteciperà» alla ripartizione dei migranti a livello europeo «ne risentirà molto, in misura consistente, sul piano finanziario». Così il premier Giuseppe Conte dopo l’incontro avuto con il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk. Per Conte inoltre il meccanismo dei rimpatri stesso deve essere gestito in ambito comunitario, a causa delle considerevoli difficoltà incontrate dall’Italia nella gestione del fenomeno.
Sul piano domestico centrale rimane la riduzione del debito, terreno al quale Conte non intende sfuggire. «Non stiamo dicendo che non vogliamo i conti in ordine ma lo vogliamo fare attraverso una crescita ragionata e investimenti produttivi». In particolare, «abbiamo bisogno di un po’ di tempo per fare l’Italia digitale, dobbiamo riorientare il sistema industriale verso la green economy, fare investimenti che ci consentano di orientare lo sviluppo verso una maggiore occupazione e vogliamo in modo trasparente fare un patto con l’Ue su questo che è il nostro programma». In sostanza tutti i i punti cardine dell’intesa su cui nasce il governo giallorosso, diffusamente esposti in Parlamento nel dibattito per la fiducia.
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Anche sul Sud viene registrata «grande attenzione» a Bruxelles, nelle intenzioni dell’esecutivo «un pilastro importante è ottenere un sorta di regime agevolato per il Mezzogiorno» in ragione delle diverse aree disagiate.