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Fondi Lega, le chat inaccessibili di Savoini. Nessun contatto con Salvini

Set 5, 2019

L’inchiesta

Inaccessibile un sistema di comunicazione via chat. I due telefoni cellulari di Savoini – dominus dell’operazione petrolifera del Metropol di Mosca, che avrebbe dovuto creare un finanziamento da 65 milioni per la Lega – non restituiscono contatti con Matteo Salvini

di Ivan Cimmarusti

5 settembre 2019


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2′ di lettura

Un sistema di comunicazione via chat rimasto inaccessibile, che potrebbe celare conversazioni imbarazzanti per Gianluca Savoini, l’ex portavoce di Matteo Salvini, accusato di aver fatto da tramite per far arrivare alla Lega un finanziamento illecito da 65 milioni di euro dalla Russia di Vladimir Putin. L’analisi dei sui due telefoni cellulari (uno dei quali acquistato di recente), infatti, non ha restituito contatti con il leader del Carroccio: né sms né email. Un’assenza – ritiene chi indaga – che potrebbe essere giustificata dal fatto che nel cambio del cellulare parte del contenuto non sia stato trasferito e quindi non possa essere rintracciato dai pm che indagano sulla presunta trattativa del Metropol a Mosca.

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La “stecca” da 65 milioni per la Lega

Nell’inchiesta della Procura di Milano risultano indagati per corruzione Gianluca Savoini, leghista della prima ora, l’avvocato Gianluca Meranda e l’ex bancario Francesco Vannucci. Il 18 ottobre scorso incontrano tre soggetti russi, tra i quali Andrej Yurkevich Kaharchenko e Ilya Yakuin, entrambi legati ad Aleksadr Dugin, ideologo del partito di Putin Russia Unita. Si parla di una partita petrolifera: 3 milioni di tonnellate di diesel da consegnare in 6 mesi o un anno. Un’operazione che, a conti fatti, si sarebbe dovuta concludere creando una sorta di plusvalenza da 65 milioni di euro. Denaro, questo, che sarebbe dovuto finire nelle casse della Lega.

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Nessun contatto con Salvini

Le perizie preliminari sui telefoni sono emerse oggi, nel corso dell’udienza di Riesame, in cui Savoini ha chiesto il dissequestro dei suoi cellulari. Secondo gli accertamenti finora svolti, nei due apparecchi non ci sarebbero tracce di contatti con Salvini. Anche i tabulati telefonici non avrebbero restituito contatti tra Savoini e il “Capitano”. Gli investigatori della Gdf, coordinati dall’aggiunto Fabio De Pasquale e dai pm Gaetano Ruta e Sergio Spadaro, avrebbero trovato nei telefoni di Savoini elementi utili (come chat ed email soprattutto) dai quali si evince che il leghista avrebbe avuto una serie di contatti, almeno dal giugno dello scorso anno, preparatori all’incontro nell’albergo moscovita. Contatti, che emergerebbero anche dai tabulati, non solo con l’avvocato Gianluca Meranda e l’ex bancario Francesco Vannucci ma anche con persone legate ai tre russi, Ilya Andreevich Yakunin e Andrey Yuryevich Kharchenko, che erano seduti al tavolo il 18 ottobre scorso.

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