L’esposto
L’Ong parla di «sette giorni di abusi e omissioni» nel braccio di ferro col Viminale per far sbarcare 98 migranti, tra cui 22 bambini. Ancora una volta finiscono sotto accusa i decreti Sicurezza di Salvini
di Ivan Cimmarusti
5 settembre 2019
2′ di lettura
L’Ong Mediterranea denuncia «sette giorni di abusi e omissioni» nel braccio di ferro col Viminale per far sbarcare 98 migranti, tra cui 22 bambini. Ancora una volta finiscono sotto accusa i decreti Sicurezza di Salvini, tanto che l’organizzazione ha depositato un esposto alle procure di Agrigento e Roma, in cui parla di «gravissime omissioni istituzionali» nella gestione della nave Mare Jonio. Una vicenda che, ora più che mai, rischia di influire nel dibattito politico tra M5S e Pd sulla modifica delle norme volute dal leader della Lega.
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Sette giorni di abusi
Mediterranea precisa che nell’esposto si offre «una ricostruzione dettagliata di tutti gli eventi intercorsi dall’alba del 28 agosto, quando la nostra nave ha soccorso 98 persone, tra cui 22 bambini piccoli, a rischio di morte su un gommone sovraffollato, fino alle prime ore del 3 settembre, quando al nostro comandante e al nostro armatore sono stati assurdamente notificati il sequestro amministrativo di Mare Jonio e una sanzione di 300mila euro per avere violato il divieto di ingresso in acque territoriali, nonostante fossimo entrati con formale autorizzazione delle autorità competente».
Sotto accusa l’applicazione del decreto Sicurezza bis
Secondo Mediterranea c’è stata, tra gli altri punti, «l’emissione del provvedimento inibitorio di accesso nelle acque territoriali da parte dei Ministri competenti in assenza di alcuna istruttoria atta ad accertare la sussistenza delle ragioni di pericolosità per l’ordine e la sicurezza nazionale richiamate nel decreto n. 59/2019 convertito in legge n. 77 e in diretta violazione degli obblighi internazionali e nazionali in tema di salvataggio delle vite in mare».
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