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Mediaset, via libera al riassetto. Nuovo scontro con Vivendi

Set 4, 2019

MILANO – Via libera dell’assemblea di Mediaset al riassetto annunciato a inizio giugno che prevede la fusione con la controllata spagnola e la nascita della holding MediaForEurope. A favore si è espresso il 78% dei presenti, contrario il 21%. Per l’approvazione del progetto era necessario il sì dei due terzi.

Un progetto, quello della fusione, fortemente osteggiato da Vivendi, uscita quindi sconfitta dallo scontro con i soci italiani. Il colosso francese da mesi ha avviato una guerra a colpi di ricorsi per contestare la decisione del cda che nello scorso aprile ha privato il socio francese del diritto di voto in relazione sia alla propria partecipazione diretta (9,98%), sia attraverso Simon Fiduciaria, cui è stato conferito un ulteriore 19,94%.

Lo stesso consiglio di amministrazione oggi aveva respinto la richiesta di Simon di partecipare ed esercitare il proprio voto in assemblea, mentre aveva dato il semaforo verde per quanto riguarda Vivendi dopo che il Tribunale di Milano ha accolto la richiesta presentata nei giorni scorsi dal colosso francese. “E’ una decisione che non condividiamo ma che ottemperiamo “, aveva detto il presdiente Mediaset Fedele Confalonieri.

Dura la presa di posizione di Vivendi in merito allo stop a Simon Fiduciaria. “L’assemblea straordinaria

degli azionisti di Mediaset che si tiene oggi è illegale perché il suo consiglio di amministrazione ha impedito a Simon Fiduciaria di votare, basandosi su un’interpretazione della legge italiana sui media che è contraria ai trattati Ue”, aveva sottolineato la società in una nota. “Vivendi – proseguiva il comunicato – farà ricorso a qualsiasi strumento legale in tutte le giurisdizioni e i tutti i paesi rilevanti per contestare la legalità della nuova struttura di operazione proposta, sia in base alle leggi nazionali che a quelle europee”.


Vivendi in assemblea: “Operazione non ha fine industriale definito”

Parlando in assemblea a proposito del riassetto la rappresentante di Vivendi in assemblea, Caroline Le Masne, aveva criticato le operazioni di incorporazione di Mediaset con la propria controllata spagnola e la successiva fusione nella holding olandese MfE spiegando che “non hanno un fine industriale ben

definito”.


Pier Silvio Berlusconi: “Non temiamo recesso di Vivendi”

“Non sono per nulla preoccupato” di possibili ingenti recessi dall’operazione MediaforEurope anche perché “siamo convinti che Vivendi non abbia alcuna intenzione di recedere”, ha detto l’ad Mediaset Pier Silvio Berlusconi, rispondendo ai giornalisti. Nel caso comunque i francesi recedano, “siamo tranquilli in quanto ci sono altri investitori pronti a entrare in campo”. “Oggi – ha aggiunto Berlusconi – Vivendi si è fortemente contraddetta, prima ha detto che non c’è il progetto industriale, e poi ha detto che avrebbe votato a favore se non avesse riscontrato problemi di governance e quindi contrari ai propri interessi”.

La fusione prevede un rimborso da 2,77 euro per ogni azioni detenuta in caso di recesso e un tetto massimo di esborso da 180 milioni di euro. Se i francesi decidessero di esercitarlo, considerata la quota detenuta, l’esborso supererebbe i 300 milioni di euro, superiori quindi al tetto della condizione sospensiva.

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