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Gli ingredienti della tragedia greca ci sono tutti anche se adattati e rivisti. Ci sono gli errori del passato, le ambizioni e le speranze del nuovo Governo della sinistra radicale di Syriza, la crudele logica della trojka, le ipocrisie di Bruxelles. Fino alla resa alle banche creditrici
di Gerardo Pelosi
31 agosto 2019
3′ di lettura
VENEZIA- Gli ingredienti della tragedia greca ci sono tutti anche se adattati e rivisti. Ci sono gli errori del passato, le ambizioni e le speranze del nuovo Governo della sinistra radicale di Syriza, la crudele logica della trojka, le ipocrisie di Bruxelles. Fino alla resa alle banche creditrici.
Ma, dietro a tutto, sullo sfondo il vero protagonista è il popolo che soffre, che non ha neppure i soldi per curarsi. Un coro silenzioso ma presente, forte, che non conosce ambiguità di sorta. Tutti ricordiamo la forza delle immagini di “Zeta, l’orgia del potere” sulla dittatura dei colonnelli greci. Ebbene Costa-Gravas esercita tutto il suo talento per raccontare il “soft power” non meno spietato delle grandi istituzioni finanziarie internazionali e dei Palazzi di Bruxelles nel film “Adults in the room” tratto dal libro dell’ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis sui 162 giorni al Governo e sulla trattativa per il debito greco.
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Un grande doloroso sirtaki, un ballo che avvicina e poi subito allontana tutti i protagonisti di quei mesi, quasi una battuta di pesca dove Tsipras e Varoufakis sono i pesci e i pescatori si chiamano Merkel, il suo ministro delle Finanze Wolfgang Schauble, il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker e quello dell’Eurogruppo Joroen Dijsselbloem. Un po’ mollano la presa e un po’ tirano l’amo con il risultato di sfiancare un governo e un popolo. C’è un momento nel film in cui la presidente del Fondo monetario, Cristhine Lagarde interpretata con misura dall’attrice francese Josiane Linson confessa a un suo collaboratore: “avranno pure torto ma questi sono bravi”.
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