La collana “L’economia della famiglia” prosegue marted 23 agosto con gli approfondimenti dedicati ai premi Nobel dell’economia all’interno del volume “Idee che muovono il mondo. Premi Nobel 1983-2011”: dallo studio sull’equilibrio economico generale di Grard Debreu con l’auspicio della famosa “mano invisibile” che regola il mercato, al teorema Modigliani-Miller che afferma come sia indifferente, per il valore di un’impresa, il modo con cui finanziata (capitale di rischio o di debito), passando per James Buchanan, che allarg i confini dell’analisi economica alle scelte degli individui come cittadini, e non solo alle scelte come consumatori o investitori. Spazio poi alla storia di Robert Solow, che fond la contabilit della crescita, l’interrelazione fra lavoro e capitale e progresso tecnico nel dar conto del processo di crescita, e a quelle di Lloyd Shapley e Alvin Roth, che perfezionarono un algoritmo multi-uso: serviva sia ad appaiare donatori e pazienti in attesa di trapianti, sia a soddisfare nel modo migliore le preferenze degli studenti che dovevano scegliere fra pi universit. Infine, un capitolo guarda alle relazioni fra Nobel (non solo di economia) e l’economia di un Paese indagando quali siano le variabili che permettono di “produrre” i Nobel.
Nelle facolt di economia si insegna anche la storia economica, cio la storia guardata attraverso le lenti dell’economia. “L’economia per la famiglia” di mercoled 24 agosto rivolge uno sguardo al passato e dedica il proprio volume alla storia economica del periodo che va “Dalla peste nera alla carestia delle patate”, cos da indagare perch una delle pi orribili catastrofi che abbiano colpito l’umanit – la “peste nera” del Trecento appunto – ebbe, nel dopopeste, conseguenze positive sull’economia. O sulle conseguenze e le interazioni delle quattro rivoluzioni del Settecento (finanziaria, industriale, americana e francese) fra economia e societ. Un’altra catastrofe – la carestia delle patate nell’Irlanda di met Ottocento – port a un milione di morti e a un milione di emigrati. Ma anche in quella tragedia c’ un’importante lezione di economia, che spiega perch la gente moriva di fame anche se il cibo non mancava.
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