beni culturali
Oggi 22 agosto parte la riorganizzazione del ministero dei Beni culturali e con una corsa contro il tempo (e contro la crisi di Governo) sono stati firmati i primi due decreti che la rendono operativa
di Antonello Cherchi
22 agosto 2019
2′ di lettura
L’imperativo è fare in fretta. Oggi 22 agosto parte la riorganizzazione del ministero dei Beni culturali targata Bonisoli e a via del Collegio Romano anche i giorni prima e dopo Ferragosto sono stati impegnati per mettere a punto di corsa, con il fiato sul collo della crisi di Governo, i decreti che rendono operativa la risistemazione del dicastero guidato dal pentastellato Alberto Bonisoli. Così il 13 agosto è stato firmato il decreto che ridefinisce la mappa degli ex poli regionali e il 16 agosto quello che cancella i Cda dei musei autonomi.
Meno autonomia
Dagli Uffizi a Galleria Borghese, dalla Reggia di Caserta alla Pinacoteca di Brera, i 32 istituti che la riforma Franceschini aveva voluto totalmente autonomi – “indipendenza” scientifica, amministrativa, contabile e finanziaria gestita da un Cda, un comitato scientifico e un collegio dei revisori, ma comunque sotto la vigilanza di Roma – perdono pezzi della loro libertà d’azione. Il ministro Bonisoli aveva annunciato qualche mese fa che i Cda – ritenuti poco efficaci – sarebbero stati cancellati. E così sarà dal primo ottobre.
Il taglio agli istituti autonomi
Non si tratta dell’unico colpo al precedente assetto museale. Nell’elenco degli istituti autonomi contenuto nel decreto di riorganizzazione (il Dpcm 76 del 19 giugno scorso) non compaiono più il museo nazionale etrusco di VIlla Giulia , a Roma, il parco archeologico dell’Appia antica, sempre nella capitale, e la Galleria dell’Accademia di Firenze. Il museo nazionale etrusco ha però riacquistato l’autonomia scientifica e gestionale perché, con il decreto firmato da Bonisoli il 13 agosto, è diventato il riferimento dei musei nazionali etruschi e a Villa Giulia faranno capo anche gli istituti di Chiusi, Rocca Albornoz (Spoleto), Tarquinia, Tuscania, Cerite (Cerveteri).
La nuova geografia dei poli museali
Il decreto del 13 agosto ha anche riorganizzato la rete terrritoriale. I poli regionali escono di scena e lasciano il posto a dieci direzioni territoriali delle reti museali. Dunque, ci saranno regioni che condivideranno una stessa direzione. Così sarà, per esempio, per Lombardia e Veneto, Piemonte e Liguria, Abruzzo e Molise, Puglia e Basilicata. Inoltre, è stato disposto che il Cenacolo Vinciano passi alla Pinacoteca di Brera.
Più risorse ai musei minori
L’attivisto ferragostano ha anche indotto il ministro Bonisoli a rivedere la quota di incassi delle biglietterie che entrano in una sorta di “cassa comune” e vengono ridistribuiti fra tutti i siti culturali, così che anche i musei meno famosi possano avere risorse. Quella quota aumenta dal 20 al 25% e, in alcuni casi, potrà essere superiore.