Tre morti e due feriti. Una giornata nera sulle montagne piemontesi. L’ultima sciagura è avvenuta sul Monte Bianco: E’ stato recuperato oggi il corpo dell’alpinista precipitato nella serata di ieri sul massiccio del Monte Bianco. Era precipitato per centinaia di metri da quota 4.600: aveva terminato la parte più difficile della Cresta del Brouillard e al momento dell’incidente – secondo una prima ricostruzione – era slegato dal compagno, che ha poi dato l’allarme. E’ un ragazzo di 19 anni di Erba, in provincia di Como, Elia Baraldi, la vittima dell’infortunio. A causa della scarsa visibilità il Soccorso alpino valdostano non ha potuto ancora recuperare il superstite e altri tre alpinisti che si trovavano più in basso al momento dell’incidente. Tutti hanno comunicato via telefono ai soccorritori di essere in buone condizioni e la seconda cordata ha riferito che tenterà di proseguire la via per raggiungere l’altro alpinista. I familiari del giovane si sono recati in Valle d’Aosta per l’identificazione della salma. Nonostante la giovane età, Elia era un grandissimo appassionato di montagna e arrampicata.
Ieri mattina la prima vittima: un’alpinista di 28 anni ritrovata senza vita a Pizzo Andolla, sulle Alpi Pennine, nel nord del Piemonte. Si chiamava Valentina Mora e abitava a San Maurizio Opaglio, nel Novarese. L’allarme è scattato l’altra sera quando al rifugio non l’avevano vista rientrare: era partita in mattinata per raggiungere il rifugio Andolla, sulle Alpi Pennine. Le ricerche sono partite via terra nella notte: i tecnici del soccorso alpino e speleologico del Piemonte e dai colleghi della guardia di finanza perlustrato i sentieri fino al bivacco Varese, in contemporanea anche la centrale operativa, allertata, ha verificato con i soccorritori svizzeri che non vi fossero stati interventi sul loro versante. Il corpo è stato trovato con le prime luci dell’alba: con il binocolo lo hanno notato sotto la vetta. Mora, appassionata di arrampicate, secondo una prima ipotesi sarebbe precipitata durante la scalata. Due settimane fa sulle traversate in solitaria scriveva: “La vita va vissuta al cento per cento senza risparmiarsi. Se in futuro mi si presenterà il conto sarò comunque felice di aver fatto tutto ciò che desideravo. Senza rimpianti”.
Un altro escursionista è morto nella tarda mattina di ieri sulle montagne del Torinese. L’uomo di 69 anni stava percorrendo il sentiero verso il Rocciamelone, a Valle del rifugio Ca’ d’Asti quando, forse per un malore, si è accasciato. È arrivata l’eliambulanza ma l’equipe medica non ha potuto fare altro che constatarne la morte.Si chiamava Tommaso Balla e abitava a Carmagnola. La salma dell’uomo, visto il rischio che salisse la nebbia, è stata recuperata e portata a spalla dalle squadre a terra salite per liberare l’elicottero. Una volta a valle è stata consegnata ai carabinieri.La giornata di superlavoro per il soccorso alpino ha compreso anche un intervento di recupero di uno scalatore infortunato alla Punta Ostanetta a Bagnolo Piemonte, al confine tra Cuneese e Torinese. Si è infortunato a tutte e due le gambe, è stato caricato su una barella e portato dalle squadre a terra perché l’elicottero è stato deviato sul Rocciamelone per l’altro intervento.