Più di otto volte su dieci quando i media interpellano “un esperto” si tratta di un uomo. Stando ai dati diffusi dal Global Media Monitoring Project per l’Italia, TV, giornali e radio danno spazio a ad “autorità” femminili solo il 18% delle volte. Volendo guardare il bicchiere mezzo pieno è già una buona notizia, dato che nel 1995 la percentuale era solo del 7%; guardando quello mezzo vuoto di questo passo ci vorrebbero 40 anni ad arrivare alla parità.
È per questo che sono scesi in campo l’Osservatorio di Pavia, l’associazione di giornaliste Gi.U.Li.A e la Fondazione Bracco – con il sostegno della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea – inaugurando l’iniziativa “100 donne contro gli stereotipi“. Si tratta di una piattaforma online (www.100esperte.it, che è online da oggi) che raccoglie i curricula di 100 scienziate italiane donne valutate in funzione del loro “H Index”, ossia della rilevanza scientifica delle loro pubblicazioni.
Il database è a disposizione della stampa e serve proprio per incentivare i media a scegliere più donne da interpellare quando si tratta di riportare un parere autorevole, soprattutto nelle materie cosiddette Stem (scienze, tecnologia, ingegneria, matematica).
È un inizio, perché il sito potrà ampliarsi e raccogliere molte più rappresentati dell’eccellenza femminile in Italia. Ovviamente parliamo di un’iniziativa di sensibilizzazione, grazie al patrocinio della RAI Radiotelevisione Italiana, del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e della Consigliera Nazionale di Parità istituita presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, dovrebbe portarci a vedere un incremento della presenza di consulenti femminili in TV e non solo.