Uno strappo senza precedenti. Giuseppe Conte interviene in aula al Senato sul caso Moscopoli – cioè i presunti finanziamenti russi alla Lega – e i banchi del Movimento 5 Stelle sono vuoti. O quasi. Ecco l’immagine rilanciata dal senatore M5S Antonio Misiani.
Conte parla, grillini assenti, aggiunge – sempre via social – Francesco Giro di Forza Italia. Un gesto traumatico. Il segno probabilmente del momento di shock che sta vivendo il Movimento all’indomani del via libera del presidente del Consiglio alla Tav.
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Già alla Camera diversi deputati Cinquestelle erano usciti dall’aula durante il question time di cui è stato protagonista, un’ora prima, sempre il presidente del Consiglio Conte. Il segno di una ferita nel rapporto tra il presidente del Consiglio – indicato dal Movimento – e la rappresentanza parlamentare del primo partito italiano alla Camera e al Senato. Anche se i vertici dei Cinquestelle attribuiscono l’assenza a perplessità sul ruolo di Salvini, che ha scelto di non riferire. “Ribadiamo il nostro rispetto per il presidente Conte, ma oggi non era lui a doversi presentare nell’Aula del Senato per rispondere all’informativa sul caso Russia-Lega”, dice una nota del Movimento.
Ma il senatore pentastellato Michele Giarrusso parla senza remore, spiegando che l’assenza è legata “alle dichiarazioni di Conte sulla Tav”. Aggiungeche “oggi è la Caporetto del Movimento”. E conclude: “Toninelli non si deve muovere da lì”.
Momenti difficili per il Movimento anche per le contestazioni dell’opposizioni. Davide Faraone del Pd è tra i più rumorosi. “Ho detto che nutro rispetto per quest’aula – dice Conte – certo capisco che il rispetto possa non essere reciproco…”. La presidente del senato Elisabetta Casellati prova a riportare la calma, ma le proteste continuano. “Volete che riferisca o interrompo qui?”, insiste conte infastidito. Un altro intervento di Casellati riesce a calmare l’aula e il premier può finire la sua informativa. E proprio il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, parla di una “maggioranza che non c’è più”. E chiede al governo di andare a casa.
Dopo l’intervento del capogruppo dei senatori leghisti Romeo, la situazione peggiora. I pochi senatori del movimento Cinquestelle rimasti in aula lasciano l’emiciclo: ulteriore segno di protesta, questa volta all’indirizzo del capogruppo del Carroccio.
I segnali di travaglio nel Movimento d’altra parte si sono moltiplicati per tutta la giornata. E trovano espressione nelle parole di una dirigente storica del Movimento, Roberta Lombardi: “Serve decidere cosa vogliamo fare da grandi. Se essere presenti con un voto di testimonianza ma inutile perché lo status quo compatto, dal PD alla Lega passando per FI e Fdi, voterà compatto per il Sì Tav, oppure se rinunciare a fare la stampella della Lega e riprendere la nostra identità”.