Ma qualora la crisi dovesse deflagrare, Sergio Mattarella accetter di chiudere la legislatura o lascer che si formino altre maggioranze, magari per non mettere a rischio la sessione di bilancio? l’enigma che arrovella il ministro dell’Interno: Votare in autunno? Non lo decido io, la crisi la decide il presidente della Repubblica, che grazie al cielo e fino a prova contraria il garante del fatto che questo rimanga un Paese democratico. Tanti big leghisti lo spronano a rompere, eppure lui accelera e rallenta. Afferma di non avere scadenze come lo yogurt, ma intanto rimprovera alcuni ministri 5 Stelle di non avere fatto nulla e chiede il via libera su Sicurezza bis, autonomia, giustizia e cantieri. La tentazione di mandare tutti al diavolo non mai stata cos forte, prova ne sia la decisione di disertare il Consiglio dei ministri di oggi e, per altri impegni, il vertice sull’autonomia. Da Palazzo Chigi, Conte minaccia la fine se lui e Di Maio non faranno la pace, ma a chi tocca comporre il numero? Il mio telefonino sempre acceso assicura Salvini. E a sera il vicepremier fa capire che si cerca il dialogo: Mi correggo, Luigi una brava persona.