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Migranti, l’8 luglio messa del Papa a San Pietro con 250 rifugiati

Lug 1, 2019

CITTÀ DEL VATICANO – I pensieri del Papa sono sempre rivolti agli ultimi, in particolare ai migranti. E un suo gesto, annunciato questa mattina dal direttore ad interim della Sala Stampa vaticana Alessandro Gisotti, dice molto nelle ore in cui Carola Rackete, la comandante della Sea-Watch, lascia il molo di Lampedusa per essere accompagnata nel tribunale di Agrigento dove si terrà l’interrogatorio nel corso dell’udienza di convalida del suo arresto: Francesco, infatti, lunedì prossimo, in occasione del VI anniversario della sua visita a Lampedusa, celebrerà una messa per i migranti nella basilica di San Pietro. Non una risposta diretta alle vicende di questi giorni, ovviamente, ma in ogni caso una scelta di campo precisa, come del resto è sempre avvenuto nel suo pontificato.

Parteciperanno alla celebrazione circa 250 persone tra migranti, rifugiati e quanti si sono impegnati per salvare la loro vita. Alla messa prenderanno parte solo le persone invitate dalla Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, a cui il Papa ha affidato la cura dell’evento.

La messa sarà trasmessa in diretta da Vatican Media, ma non è prevista la presenza della stampa in Basilica. Dice, infatti, Gisotti: il Papa “desidera che il momento sia il più possibile raccolto, nel ricordo di quanti hanno perso la vita per sfuggire alla guerra e alla miseria e per incoraggiare coloro che, ogni giorno, si prodigano per sostenere, accompagnare e accogliere i migranti e i rifugiati”.

Francesco non si è pronunciato su quanto sta avvenendo in queste ore. Diversamente ha fatto il segretario di Stato Pietro Parolin che a conclusione della messa celebrata nell’ultima giornata della Festa del quotidiano Avvenire ha detto: “Io credo che la vita umana vada salvata in qualsiasi maniera, ecco. Quindi quella deve essere la stella polare che ci guida, poi tutto il resto è secondario”.

Di Carola ha parlato esplicitamente il vescovo di Ferrara, monsignor Perego, per anni a capo della struttura Migrantes della Cei che ha lanciato una idea: “A questa giovane donna andrebbe intitolato il Porto di Lampedusa”.

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