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Borse in attesa delle mosse Fed. Lo spread cala verso 240 punti

Giu 19, 2019

MILANO – Ore 10:10. Giornata cauta per le Borse europee, in vista dell’esito della riunione Fed dalla quale si attendono indicazioni sui tagli dei tassi americani che ormai gli investitori danno per scontati già nei prossimi mesi. Milano è piatta con il Ftse Mib che cede lo 0,08%, in linea con le altre: Londra lima lo 0,1%, Francoforte lo 0,15% e Parigi lo 0,09%.

“La nostra previsione è che il comitato indichi, sia nel comunicato, sia nel grafico a punti, sia nella conferenza stampa di Powell, la disponibilità ad attuare almeno un ‘taglio di assicurazionè quest’anno (entro l’estate, secondo noi a settembre) e probabilmente un secondo taglio fra fine 2019 e inizio 2020”, dicono gli economisti di Intesa Sanpaolo riguardo al meeting della Banca centrale Usa. Non tutti però la pensano in modo univoco: a inizio settimana, Sandra Holdsworth di Kames Capital giudicava ancora “buona” la possibilità “che si lasci che il mercato speculi ancora un po’ sulle idee del FOMC e che, in realtà, l’approccio neutrale usato finora venga mantenuto”. Alla luce dei dati ancora “solidi” sulla crescita americana, per quanto inferiore all’anno scorso, non è da escludere che “il famigerato dot plot (il grafico che indica come i governatori si aspettano che si collocheranno i tassi in futuro, ndr) continui probabilmente a mostrare tassi in aumento fino al 2020, in netto contrasto con quanto prezzato dal mercato”.

Lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi apre poco mosso a 244 punti, dopo aver chiuso ieri a quota 243 e dopo aver visto un minimo da aprile di 241 punti, sulla scia delle parole di Mario Draghi a Sintra. Il presidente della Bce ha detto che potrebbe esserci bisogno di nuovi stimoli se le prospettive dell’area euro non dovessero migliorare, generando l’ira di Trump che teme un deprezzamento dell’euro contro il dollaro. Il rendimento si attesta al 2,125%. La divisa unica apre stabile sotto 1,12 dollari: passa di mano a 1,1194 dollari e 121,22 yen. Dollaro/yen giù a 108,29.

Le Borse in Asia sono salite ai massimi degli ultimi 30 giorni con il mercato che scommette sulla fine delle tensioni commerciali tra Usa e Cina. Un rimbalzo a cui partecipano i tecnologici dopo che il presidente americano Donald Trum ha detto di voler incontrare Xi Jinping al G20 settimana prossima. Tokyo ha guadagnato l’1,72%, Hong Kong il 2,33%, Shanghai lo 0,96%. Attenzione anche sui titoli delle costruzioni dopo il terremoto nella costa nord ovest del Giappone.

Dal fronte macro, mentre si guarda al vertice del governo italiano sui conti pubblici, si registra la flessione mensile dello 0,1% dei prezzi alla produzione in Germania, mentre su base annua hanno registrato una crescita dell’1,9%; il mercato si attendeva un +0,2% su base mensile e un +2,1% su base annua. In Italia, l’Istat segnala una crescita congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero, più intensa per le importazioni (+0,9%) che per le esportazioni (+0,3%). Il surplus commerciale scende così di 101 milioni di euro (da +2.985 milioni ad aprile 2018 a +2.885 milioni ad aprile 2019). Da Oriente è arrivato il forte calo dell’export in Giappone (-7,8% a maggio rispetto allo stesso periodo di un anno fa), un arretramento superiore al -2,4% di aprile. Pesano le tensioni commerciali globali e i 10 giorni di festività per le celebrazioni legate all’insediamento del nuovo Imperatore. Le esportazioni nel resto dell’Asia sono calate del 12% e quelle in Cina del 10%. Anche l’import a maggio scende dell’1,5%.

Ancora un lieve rialzo, dopo il balzo di ieri, per il prezzo del petrolio. Nel mercato after hours di New York, il barile è quotato a 54 dollari, 10 centesimi in più della chiusura di ieri sera. Il Brent a Londra è sostanzialmente stabile a 62,13 dollari.

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