• 27 Dicembre 2025 21:19

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Minibot, Tria torna a chiudere: “Cattiva idea”. Ma la Lega insiste

Giu 14, 2019

MILANO – Continua il botta e risposta dentro e fuori dalla maggioranza sulla proposta di pagare i debiti della Pa verso i fornitori con i minibot, titoli di Stato di piccolo taglio già bocciati dalle massime autorità finanziarie e monetarie come un peso ulteriore sul debito pubblico tricolore. Da Lussemburgo, dopo la riunione dell’Eurogruppo che raccoglie tutti i ministri delle Finanze, il nostro Giovanni Tria manda in pensione i minibot: “Sono una cattiva idea”, ammette il ministro italiano.

Parole dolci per le autorità comunitarie che considerano questo strumento l’anticamera dell’uscita dall’euro. Parole in sintonia con quelle della presidente del Fmi Christine Lagarde, che ieri aveva definito lo strumento finanziario “un’idea bizzarra”. E anche con Mario Draghi, che pochi giorni fa era stato categorico: o sono ulteriore debito, oppure sono una moneta alternativa e quindi illegali.

Giudizi di fronte ai quali, però, non si ferma il presidente della Commissione bilancio della Camera, Claudio Borghi, che – a chi domanda della volontà dell’esecutivo di andare avanti su questa strada – risponde: “I minibot sono nel contatto del Governo”. Riferimento al punto 11 del documento, nel quale – parlando di fiscalità e semplificazione – Lega e M5s parlavano della necessità di smaltire i debiti della Pa verso i fornitori anche attraverso “la cartolarizzazione dei crediti fiscali”, che potrebbe passare “anche attraverso strumenti quali titoli di stato di piccolo taglio” e “valutando nelle sedi opportune la definizione stessa di debito pubblico”.

Nell’arena dei minibot non fa mancare la sua voce il leader leghista Matteo Salvini, che assicura: al ministro Tria “la prossima settimana chiederemo se ha idee più efficaci per pagare i debiti nei confronti delle famiglie e delle imprese”. Parlando dalla sede del partito, Salvini aggiunge: “Quello è un provvedimento approvato all’unanimità dal Parlamento italiano. Da ministro non dico se mi piace o non mi piace ma, se me lo chiede il parlamento, lo faccio”.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close