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Mediaset sposta le tv in una holding olandese. “Una nuova casa per le alleanze europee”

Giu 7, 2019

MILANO – Mediaset trasloca la sede legale (e non fiscale) del gruppo in Olanda e crea una nuova holding ad Amsterdam – Media for Europe (Mfe) – dove verranno fuse le attività in Italia e quelle in Spagna. “Mfe diventerà la nuova casa per un broadcaster europeo”, ha spiegato Piersilvio Berlusconi. Mediaset e Mediaset Espana, saranno trasferite sotto l’ombrello della nuova società – “un’eccellenza italiana da cui partirà una sfida europea” – con un processo di fusione inversa che lascerà a Fininvest circa il 36% (che salirà oltre il 50% dei diritti di voto grazie a una specifica norma sui titoli preferenziali della legislazione olandese).

Il processo non prevede alcuna delocalizzazione. “Produzione e sede fiscale rimarranno in Italia e Spagna – ha aggiunto Berlusconi Jr. -. La scelta olandese è stata fatta perché le regole locali ci consentono di affrontare la metamorfosi del mondo dei media con una stabilità di azionariato e di gestione”. Un modo – ha continuato – per evitare i problemi di altre aziende italiane “come quelle del settore delle telecomunicazioni dove tutto continua a cambiare ogni due per tre”, con ovvio riferimento a Telecom Italia. I prezzi del diritto di recesso per i soci che non seguiranno sono di 2,77 euro per Mediaset e di 6,554 per la divisione spagnola.

Perché Mediaset ha deciso la metamorfosi proprio ora? “Perché abbiamo trovato nuovo modello operativo e industriale che ci convince – ha detto Berlusconi -. Che porta vantaggi per tutti gli azionisti da subito”. Il primo esempio sono i 107 milioni tra sinergie e risparmi già individuati e da realizzare entro il 2023. Alla fine del percorso a nuova holding olandese varerà un buy back da 280 milioni e distribuirà ai soci che seguiranno il percorso fino in fondo 100 milioni di dividendo (35 andranno a Fininvest). Il titolo Mediaset ha chiuso a Piazza Affari (prima dell’annuncio dell’operazione) con un rialzo del 3%. Quello di Mediaset Espana era stato sospeso dopo un paio di ore dall’inizio degli scambi con un rialzo superiore all’8%.

Mediaset ha già fatto una prima mossa nel risiko delle tv rilevando a fine di maggio il 9,6% della tv tedesca ProsiebenSat. L’idea è di studiare con il gruppo bavarese ulteriori sinergie oltre agli accordi commerciali già esistenti nella pubblicità dei video-online per valutare poi la possibilità di ampliare pure la partnership finanziaria. Con l’obiettivo magari di riunire sotto la holding olandese anche la francese Tf1 e altri eventuali partner con cui lanciare un network europeo di tv generaliste gratuite con le spalle abbastanza larghe per reggere la concorrenza di Netflix e degli over the top come Amazon, You Tube, Facebook & C.

“I network hanno ovviamente confini nazionali – ha continuato Berlusconi -. Ma oggi dobbiamo avere presenza rilevante su nuove piattaforme. Lo sviluppo richiede investimenti onerosi e unire le forze tra boradcaster su questo fronte ha grande senso”. Non cambia nulla invece nel braccio di ferro che oppone ormai da anni (con tanto di cause miliardarie per danni in tribunale) il Biscione e Vivendi. La holding di Vincent Bolloré ha in portafoglio il 29% di Mediaset, con il 20% congelato dall’Agcom per via della sua partecipazione in Telecom Italia. Il trasferimento della sede in Olanda non influisce su questa situazione e la quota rimarrà bloccata dalla legislazione italiana e – secondo Mediaset – non potrà votare nelle assemblee di Cologno del 4 settembre che dovrà dare l’ok all’operazione (seguita tra gli advisor da Mediobanca e Citigroup).

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