La società che riscuoteva i tributi locali condotta consapevolmente al fallimento, soldi versati dai cittadini spariti nelle tasche di funzionari pubblici infedeli, appalti affidati agli amici: un’inchiesta della procura di Brindisi travolge l’amministrazione comunale di San Pietro Vernotico. Presente e passata.
Agli arresti domiciliari con le accuse di reati fiscali finiscono il sindaco Pasquale Rizzo (eletto con una lista civica sostenuta dal centrodestra) e il suo predecessore Maurizio Renna nonché Luigi Conte, già presidente del Consiglio di amministrazione della società partecipata di riscossione tributi Fiscalità locale. L’Interdizione dall’esercizio del pubblico ufficio per un anno è stata invece disposta per Cosimo Delle Donne, dipendente del Comune di San Pietro.
Mentre il sequestro per equivalente di denaro e beni per un ammontare di 200mila euro è stato disposto nei confronti di sei indagati: Luigi Conte, Roberto Chiechi, Maurizio Renna, Cosimo Delle Donne, Pietro Caputo e Luca Cocciolo. Indagati anche Giovanni Verdura, nella qualità di presidente del consiglio di amministrazione di Fiscalità Locale, e Angelo Caforio, nella qualità di presidente del collegio dei revisori, nonché l’imprenditore Pietro Caputo e la dipendente comunale Maria Mariano.L’indagine è stata condotta dal nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Brindisi e coordinata dal procuratore della Repubblica Antonio De Donno.
Al centro delle attività investigative due diverse questioni, a partire dalla insana gestione della società chiamata a riscuotere le tasse. Secondo gli investigatori, sia durante la legislatura targata Rizzo sia in quella di Renna la “Fiscalità locale” sarebbe stata al centro di “un disegno criminoso” nel quale sarebbero stati attestati falsi crediti per decine di migliaia di euro, al fine di “cagionare il dissesto e poi dichiararla fallita”.
Luigi Conte, che della società fu presidente, inoltre si sarebbe appropriato di somme appartenenti al Comune in quanto versate dai cittadini a titolo di tributi, facendo finire sul proprio conto prima 35mila e poi 161mila euro. Lo stesso avrebbe fatto Roberto Chiechi, nella sua qualità di liquidatore.
Altri presunti illeciti sarebbero stati commessi nell’assegnazione di lavori pubblici, in particolare quelli relativi a manutenzioni edili, sistemazione del cimitero, potatura di alberi, in favore di Pietro Caputo e Luca Cocciolo, titolari della Ad Maiora e L&L società coop sociale. Questi favori sarebbero stati ottenuti all’epoca in cui sindaco era Maurizio Renna, che infatti deve rispondere anche dell’accusa di corruzione, in concorso con gli imprenditori e con il responsabile dell’ufficio tecnico comunale Cosimo Delle Donne e di turbata libertà degli incanti con la dipendente Maria Mariano.
A margini di queste vicende di illeciti consumati dai pubblici amministratori, i finanzieri hanno scoperto anche il furto di tre quadri e della fascia tricolore dall’ufficio del sindaco, commessi da Luigi Ventrella nel luglio 2017.