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Sparatoria a Napoli, i primi passi di Noemi: ora cammina con un busto

Giu 4, 2019

Ha cominciato a camminare, dopo un mese: un progresso importante ed emozionante, atteso dalla sua famiglia con ansia, e ieri finalmente arrivato.

Noemi, la bambina di quattro anni ferita il 3 maggio scorso nel corso della drammatica sparatoria in piazza Nazionale, ha mosso i primi passi durante la riabilitazione, guidata per il momento da un busto.

È l’ultimo grande risultato raggiunto dall’equipe medica dell’ospedale Santobono, che un mese fa, grazie a una miracolosa operazione condotta nella notte dal chirurgo Giovanni Gaglione, aveva già salvato la vita alla bambina giunta in condizioni disperate al nosocomio del Vomero.

Noemi era stata colpita a entrambi i polmoni. Per fortuna il proiettile non aveva toccato nè il cuore nè l’aorta, per pochi millimetri: altrimenti non ci sarebbe stato scampo per la piccola. Non solo. Noemi non ha riportato lesioni midollari, salvandosi così dalla paralisi.

Ma la pallottola che era entrata dall’apice di uno dei polmoni, attraversando in obliquo la colonna vertebrale, aveva leso comunque una delle vertebre. Circostanza che rende impossibile la deambulazione. Già, la frattura vertebrale ora ha bisogno di tempi di guarigione. Per questo, solo grazie a un apposito busto ieri la bambina è riuscita a camminare, facendo pochi passi. Tra la soddisfazione dei medici, la gioia dei familiari che sono accanto al suo letto, da un mese, giorno e notte.

E la speranza di un’intera città che si è stretta intorno alla piccola Noemi, con striscioni, luci e messaggi, portati in pellegrinaggio davanti all’ingresso del Santobono. Che sono ancora lì, a ricordare a tutti quanto è accaduto. “Il busto – spiegano dallo staff medico – sostiene la colonna vertebrale – affinché tutto il peso del corpo sia distribuito omogeneamente”. Quel busto appunto serve a stabilizzare la colonna vertebrale e a consentire a Noemi di muoversi a piccoli passi.

“La bambina sta molto meglio – racconta la nonna, Immacolata Molino – ha davanti a sé un percorso lungo, però è comunque fuori pericolo. Ora indossa il busto e non si sa ancora quando uscirà dall’ospedale”.

La bambina non ricorda quello che è successo quel giorno in piazza Nazionale. Non sa perché si trova in ospedale. “Le abbiamo detto che è caduta – dice la nonna – servirà un percorso anche psicologico”.

Noemi non chiede niente. Ma, come fa sapere il nonno, Alessandro, la piccola “non vuole più andare a comprare le patatine in piazza Nazionale. Mi ha detto proprio così – afferma il nonno – quindi qualcosa evidentemente affiora nei suoi ricordi”.

A piccoli passi, la bambina – fanno sapere ancora i nonni – “inizia anche a parlare, facciamo molti giochi insieme, le cose normali di una giornata, come se stessimo a casa”.

Nonostante i propositi iniziali, la famiglia non vuole lasciare la città. “No, devono essere loro, i cattivi ad andare via da Napoli, non noi”, risponde ancora nonno Alessandro. In ospedale, al Santobono, si è recato anche il barista che, per primo, ha soccorso Noemi.

“Non l’ha incontrata – racconta nonna Immacolata – ma ha parlato con la mamma ed è stato contento. Quando Noemi uscirà dall’ospedale e starà bene, si incontreranno certamente”.

Intanto i colpevoli dell’agguato sono in carcere, dopo la conferma da parte del giudice per le indagini preliminari. “Gli inquirenti lavorano giorno e notte – fa sapere l’avvocato della famiglia Angelo Pisani – per inchiodare alle loro responsabilità gli autori di questo tragico evento”. Nonna Immacolata non trattiene l’emozione: “Ricordo tutto di quel giorno. Ero lì. E ricordo tutta la sofferenza. È stato, però, bellissimo vedere quanta gente si è stretta attorno a noi. Una mobilitazione che ci ha dato una carica esagerata”.

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